Trento: gli auguri danzanti con i croati
Al Santo Chiara: l'energia e il dinamismo nel folclore del balletto nazionale «Lado»
TRENTO. Se il Natale dello spettacolo è da sempre un Natale in punta di piedi - il balletto classico dell'immancabile accoppiata Schiaccianoci - Lago dei cigni - San Silvestro e il primo dell'anno che verranno hanno i tempi del folk. Anche in questo caso si balla - ritmici applausi al ballo popolare «estero» - ma in un clima da festa campagnola. Allegria, perché è meglio cominciare l'anno in relax che arrovellandosi. All'auditorium Santa Chiara, dunque, si rinnova il rito. Il palco s'affolla di energia e dinamismo danzante. E si guarda ad Est, alla vicina Croazia.
Protagonista per due giorni in auditorium sarà il «Lado», vale a dire il balletto nazionale folcloristico della Croazia. Lado sta per buono, bello, grazioso.
Aggettivi che calzano - in quanto a qualità stilistica, capacità tecniche e attitudine al coinvolgimento - per il più prestigioso ensemble folk della Croazia. I «Lado», come spesso capita ai gruppi folk, sono gli ambasciatori di una tradizione ricca e spesso sconosciuta, l'anima in movimento di una terra che - pur nel mezzo d'Europa - è felicemente contaminata dal Mediterraneo, Balcani ed Alpi.
Il programma della due giorni - identico nella scaletta ma certamente diverso da un giorno all'altro per le particolarità interpretative di un gruppo che non si nega alle improvvisazioni - testimonia l'intreccio delle culture. Si potranno così scoprire realtà e leggende della Croazia centrale, a sud della capitale Zagabria, quando era abitudine radunare alcune ragazze dette "ladarche" per la festa di San Giovanni di inizio estate. Ed era il canto a dare il benvenuto all'estate, agli intrallazzi e agli amori.
Si scoprirà poi la Slavonia, ammirando attraverso musiche e balli anche la raffinatezza e la particolarità di costumi che sono il trionfo delle sottane.
Oppure si arriverà fino all'isola di Curzola, che nella Croazia è una specie di tempio del folk, delle note e delle danze popolari. E qui, più che altrove, si vive quell'incontro tra culture, (di cui sopra), che sul palco si traduce grazie all'ensemble croato in una performance travolgente.
E' la contaminazione di balli di provenienza urbana e campagnola che aiuta ed esalta la ricchezza ed alla diversità delle coreografie; le feste danzanti si organizzavano soprattutto durante le giornate di carnevale e questa rappresentazione coreografica è uno spaccato di una di quelle feste.
Uno spettacolo di sorprese anche strumentali quello di fine anno. La Croazia è anche terra di cornamuse e di danze in cerchio, almeno nella Baranja, la regione orientale della Croazia. E qui i balli sono di coppia, intriganti, ammiccanti. Si potrebbe continuare a lungo, esplorando le diversità delle regioni e dei territori che compongono una terra tanto vicina e per certi versi ignota nonostante le frotte di turisti che della Croazia conoscono e apprezzano le spiagge. Ma è bene lasciare il senso della scoperta al pubblico. Il Centro Santa Chiara, come ogni anno, offre spettacolo e insieme una curiosa e «movimentata» lezione di socio geografia.
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