Trentino, psicosi crepe Oltre 50 sopralluoghi

Cittadini in allarme, ma dai rilievi dei vigili del fuoco nessun problema In Emilia ampliata l’area profughi allestita da Protezione civile e volontari



TRENTO. Niente scosse ieri in Trentino, ma la paura rimane. Numerosissime infatti, per l’intera giornata, sono state le telefonate alla centrale operativa dei vigili del fuoco da parte di cittadini preoccupati per crepe e fessurazioni nelle proprie case (ma anche in qualche ufficio e negozio), in tutta la provincia. E oltre una cinquantina sono stati i sopralluoghi, dai quali in nessun caso sono emerse situazioni preoccupanti. Già l’altro ieri, nella mattinata dopo la forte scossa delle 9, rilievi tecnici erano stati effettuati in numerose scuole non solo cittadine, dopo che in quasi tutte gli studenti erano stati evacuati in via precauzionale. E pure non erano stati riscontrati problemi, se si escludono alcune fessurazioni (preesistenti ma allargatesi) alle scuole elementari di Mattarello, che avevano richiesto la posa di alcune transenne. E sempre a proposito di scuole, come utile esercitazione, ieri in alcuni casi sono state ripetute le operazioni di evacuazione. Ulteriori controlli ieri sono stati comunque effettuati relativamente allo stato di una serie di edifici pubblici e luoghi di culto. Per il momento rimane chiusa solo la chiesa del redentore di Faedo, dove la scossa di martedì mattina ha accentuato alcune crepe nell’intonaco. Non ci sarebbero problemi per quanto riguarda la staticità dell’edificio, che comunque non sarà accessibile per alcune settimane, per scongiurare rischi per le persone in caso di possibili cadute di calcinacci.

L’impegno trentino è ora concentrato in Emilia, dove già dopo la scossa del 20 maggio operano volontari e uomini della Protezione civile. Ieri ha raggiunto Campo Trento, l’area di accoglienza degli sfollati allestita dalla provincia a San Felice sul Panaro, anche Luisa Zappini, responsabile della centrale unica per l’emergenza. Per l’intera giornata ieri si sono svolte le operazioni logistiche necessarie per l’allargamento del campo, per far sì che possa accogliere non più 380 persone ma almeno 500. A Campo Trento ieri hanno sostato a lungo anche assessori della giunta comunale del paese emiliano, per concordare con la task-force trentina le modalità della gestione dell’area, dal servizio mensa alle tende per i pernottamenti, soprattutto per quanto riguarda la convivenza tra le diverse etnie. Gran parte degli ospiti della struttura è infatti costituita da extracomunitari. E nei giorni scorsi, prima delle scosse devastanti dell’altro ieri, si era anche registrata qualche frizione relativa agli usi alimentari dei senzatetto di fede islamica. Tutto comunque sembra ora essere stato definito nel dettaglio. Anche perché nel frattempo la “pressione” su Campo Trento è in continuo aumento. «Chi fino a martedì aveva deciso di arrangiarsi - spiega Luisa Zappini - ora viene qui a chiedere aiuto». Non solo: nello smistamento degli sfollati si deve tenere conto delle richieste di chi non vuole traslocare in aree attrezzate localizzate in comuni diversi dal proprio: il che non sempre facilita le cose.

Sul fronte dei sopralluoghi tecnici sulle abitazioni lesionate dal terremoto, ieri è stata una giornata di pausa obbligata. Troppo rischiosa la situazione, dopo le scosse di martedì, per effettuare rilievi sulla staticità degli edifici che non sono crollati. I tecnici trentini, geologi e ingegneri, sono stati così impegnati ieri soprattutto nel delicato monitoraggio della quarta torre del castello di San Felice, l’ultima superstite: le prime due erano crollate ilo 20 maggio, una terza lo ha fatto l’altro ieri. E l’ultima rimasta ovviamente non è in buone condizioni: il rischio di un cedimento strutturale è infatti altissimo. Ma soprattutto, è in continuo aumento per via dello sciame sismico di piccole scosse che anche ieri, numerosissime, si sono registrate nelle zone colpite dal terremoto. A San Felice sul Panaro in questo momento opera una cinquantina di trentini: si tratta di 23 volontari (alpini dei Nuvola, Croce Rossa e psicologi del soccorso), 4 agenti del Corpo delle guardie forestali, 6 vigili del fuoco del Corpo permanente di Trento e 4 tecnici del Servizio geologico della Provincia. Con loro anche una decina di ingegneri di Itea, Università e liberi professionisti messi a disposizione dall'Ordine provinciale.

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