Trentino pecora nera del lavoro, aumenta la cassa integrazione
Secondo il centro studi della Uil soffre soprattutto il settore dell'industria
TRENTO. Cassa integrazione in aumento in Trentino. Come già accaduto con i fallimenti, anche in questo settore il Trentino è in controtendenza rispetto al resto del paese. Lo dicono i dati del centro studi della Uil che mostrano come in provincia siano aumentate, nel corso del 2015, le ore autorizzate di cassa integrazione. Nel 2015, infatti, le ore autorizzate sono state 6.110.550, mentre nel 2014 erano state poco più di 6 milioni. A soffrire è stato soprattutto il settore dell'industria che è passato da 2 milioni e 450 mila ore a 3 milioni e 480 mila ore. Invece si è registrata una netta diminuzione della cassa integrazione nell'edilizia. In particolare le ore di cassa integrazione straordinaria sono sate 4 milioni e 140 mila contro i 2 milioni e 960 mila del 2014. Aumenta anche la cassa in deroga. Questo significa che le imprese hanno esaurito la cassa integrazione ordinaria e fanno ricorso a quella straordinaria nella speranza che prima o poi questa crisi lunga sette anni finisca.
Secondo il centro studi della Uil il Trentino è la pecora nera: "Tra un anno e l’altro, solo nella Provincia Autonoma di Trento si registra un aumento di richieste (+1,7%), mentre in tutte le Regioni si assiste ad una diminuzione di ore autorizzate, con in testa la Campania (-54,6%)". Solo in 9 Province si riscontra un incremento, con l’aumento più alto a Terni (+32,7%). Il dato diventa più preoccupante se si analizza la sola Cassa Straordinaria che vede 17 province in crescita rispetto al 2014. A livello regionale è la Lombardia che ha richiesto più ore di cassa integrazione (154 mln. di ore) seguita da Piemonte (80 mln.), Lazio (60 mln.) e Veneto (57 mln.). Sempre nel 2015 è Torino (con oltre 47 mln. ore), la provincia più cassaintegrata seguita da Roma (40 mln.), Milano (37 mln.) e Brescia (34 mln.).