Trentini raggirati con la moneta virtuale
Maximulta da 2 milioni e mezzo comminata a un network che faceva capo a un altoatesino: promesse di guadagni milionari con la moneta Onecoin
TRENTO. Promettevano guadagni stratosferici investendo con la criptomoneta OneCoin, un’imitazione dei Bitcoin che tanto successo hanno avuto. Sono arrivati a sostenere che investendo 140 euro se ne potevano guadagnare 2.800 e, per chi avesse avuto più coraggio, si poteva arrivare a 3 milioni di guadagno investendo appena 27 mila euro. Peccato che fosse tutto sulla carta. Per questo l’Autorità Garante della concorrenza e del mercato ha multato per un totale di 2 milioni e 595 mila euro tre società tra le quali una di proprietà di un altoatesino che aveva cercato di piazzare l’investimento in tutto il Trentino Alto Adige con incontri pubblici e riunioni tra la provincia di Bolzano e quella di Trento. Ci sono caduti a decine. L’attività era pubblicizzata tramite il sito Onecoinsuedtirol.it. Il sito e la società facevano parte di un network che si chiama One Life Network Ltd, società che ha sede in Bulgaria ed è stata registrata a Dubai. che fa capo a C.L. residente in provincia di Bolzano.
L’Autorità Garante della Concorrenza, a conclusione di una sua istruttoria, ha accertato che le modalità utilizzate dalla società One Life Network LTD con l’ausilio di altri professionisti per promuovere l’acquisto della moneta virtuale OneCoins e dei pacchetti formazione venduti in abbinamento con questa fossero scorrette sotto il profilo delle informazioni fornite ai consumatori circa le caratteristiche del prodotto e del suo sistema di vendita con caratteristiche piramidali. Le condotte in questione sono cessate in Italia a seguito dei provvedimenti di sospensione adottati dall’Autorità. E’ risultato che l’attività promozionale fosse incentrata sulla promessa che il consumatore, dopo aver acquistato un pacchetto di formazione, potesse ottenere i OneCoins (attraverso un processo di trasformazione della moneta grezza denominato mining) e che successivamente tali monete virtuali avrebbero incrementato il loro valore in ragione della loro diffusione, tutti elementi che non hanno trovato riscontro nel corso del procedimento. La proposta commerciale di One Life quindi era basata sulla prospettazione, falsa, di ingenti guadagni: ad esempio, l’acquisto del pacchetto da 27.530 euro avrebbe consentito di ottenere un controvalore di 3 milioni dopo solo due anni dall’adesione al programma. La diffusione di OneCoin avveniva attraverso un sistema di vendita piramidale dal momento che il reclutamento di nuovi consumatori rappresentava il fine esclusivo dell’attività di vendita e veniva fortemente incoraggiato attraverso il riconoscimento di svariati bonus, unica effettiva e reale remunerazione del programma.