Tre discariche piene, è emergenza in Trentino

La Maza di Arco già ferma, Rovereto e Scurelle con i giorni contati


Giuliano Lott


TRENTO. La discarica della Maza è arrivata alla fine della sua vita tecnica e al suo funerale si aggiungono anche le sofferenze di Scurelle in Valsugana e dei Lavini a Rovereto, in esaurimento per l'estate prossima, a mettere in crisi l'intero sistema della raccolta dei rifiuti in Trentino. Intanto la bonifica di Ischia Podetti ha lasciato liberi 5 ettari di terreno su cui sorgerà l'inceneritore.
Che la situazione sia difficile non lo nasconde nemmeno il dirigente del Servizio gestione rifiuti Alverio Camin, il quale però spiega: «Con i lavori di ampliamento, già previsti e progettati, la vita delle discariche di Scurelle e dei Lavini si prolunga di altri tre anni, mentre con la riattivazione la Maza, dissequestrata dalla magistratura ma bisognosa di un ulteriore lotto, può garantire altri cinque anni di conferimenti». A Ischia Podetti intanto si continua a scavare il sottosuolo dell'ex primo lotto: rimosso uno strato di rifiuti degli anni Settanta profondo quasi sette metri («In sostanza, fino al livello dell'Adige» spiega il direttore dei lavori Andrea Moauro), è terminata la bonifica della zona sud, dove sorgerà la palazzina direzionale della discarica. Con grande sorpresa dei tecnici della Provincia, l'analisi delle sabbie ha rivelato che sotto l'immondizia il terreno era sano. «Significa che il rifiuto era pressochè mineralizzato - aggiunge Moauro-. Finirà tutto nel nuovo lotto, che stiamo impermeabilizzando con argilla e teli di polietilene, garantendo la tenuta stagna. Il percolato viene invece raccolto in apposite vasche e poi trattato in depuratore. C'è anche un impianto per il recupero del biogas, che per il momento viene bruciato ma in futuro potrebbe alimentare una turbina e produrre energia. Sono procedure che negli anni Settanta e Ottanta non venivano nemmeno prese in considerazione: allora si scavava una buca e si ricopriva con sabbia. Nient'altro. In questo modo il percolato, con l'azione delle piogge, finiva nel sottosuolo. Oggi le leggi sono molto più attente all'ambiente». Finora è stato estratto un milione di metri cubi di immondizia interrata da almeno 30 anni. A bonifica finita, Ischia Podetti disporrà di un bacino capace di contenere 250 mila metri cubi di rifiuti, oltre il doppio della capienza attuale. Discorso diverso per i Lavini, che al momento ospitano anche i rifiuti destinati alla Maza, chiusa a marzo dalla magistratura roveretana per inquinamento. La causa sono i vecchi lotti, non impermeabilizzati. Per Rovereto è in via di approvazione il progetto escutivo per alzare la capienza dagli attuali 55 mila a 170 mila metri cubi. A Scurelle, invece, manca solo la strada di accesso per il nuovo lotto a Sulizano, che porterà la capacità da 15 mila a 80 mila metri cubi. Secondo le previsioni, i lavori saranno terminati tra poco meno di un anno. In prospettiva, l'inceneritore dovrebbe consentire un sensibile abbattimento dei volumi, allungando la vita delle discariche. Delle quali, allo stato attuale, non si può fare a meno. Certo, non basta bruciare la percentuale di residuo per risolvere il problema dei rifiuti. «Quello che ci serve per chiudere il ciclo dei rifiuti in maniera autosufficiente - insiste Camin -, smaltendo cioè in proprio tutti i nostri scarti, è soprattutto una differenziata di qualità».

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