Transacqua, in arrivo l’ordine del Comune di demolire il negozio della Famiglia Cooperativa
È la conseguenza della sentenza del Consiglio di Stato. 90 giorni per chiedere la sanatoria
PRIMIERO. Il Comune di Transacqua sarà costretto a emettere una ordinanza di demolizione del complesso edilizio della Famiglia Cooperativa di Primiero e messa in ripristino dell’area. E’ solo questione di giorni. Naturalmente c’è la possibilità di presentare la richiesta di sanatoria, richiesta per la quale ci sono 90 giorni di tempo dal ricevimento dell’ordinanza e che mette in moto delle procedure che possono dare riscontri positivi o negativi. Comunque è tutto da vedere. Questo per quanto riguarda la parte urbanistica. Per la parte commerciale, e quindi riguardante la chiusura o meno del punto vendita di viale Piave e i tempi della sua attuazione, ancora non ci sono riferimenti precisi e il Comune di Transacqua sta lavorando per acquisire nuovi elementi.
Sulla richiesta della minoranza consiliare, che come tutti sanno si riconosce nella precedente amministrazione comunale ritenuta fra gli artefici della intricata attuale situazione, di chiedere alla Provincia di nominare un “commissario ad acta” per prendere provvedimenti che l’amministrazione non può adempiere per l’incompatibilità della maggioranza dei consiglieri comunali, dal Comune di Transacqua si fa sapere che, dopo attente verifiche, c’è la certezza che il consiglio è pienamente legittimato a deliberare. Questo, in ogni caso, per competenze che non sono di questa fase ma future, in quanto gli atti che debbono essere presi nell’immediato, non sono atti di consiglio ma del sindaco e del segretario del Comune.
Negli ambienti della Famiglia cooperativa si dice chiaramente che stanno «vivendo alla giornata».
«Stiamo lavorando per cercare in tutti modi di ridurre le conseguenze negative prodotte dalla sentenza del Consiglio di Stato – ha detto la presidente della Famiglia Cooperativa, Francesca Broch – stiamo bussando a tutte le porte, abbiamo bisogno di tutti, dei primierotti che sono preoccupati per il futuro della Famiglia cooperativa, degli amministratori locali e provinciali, delle strutture della Federazione Trentina della Cooperazione. Posso assicurare che appena avremo in mano qualcosa di più chiaro, convocheremo una assemblea dei soci per riferire su tutta la vicenda».