Torna la lira: si mangia low cost
Un pranzo completo a 12.000 lire: «Con il controvalore in euro non prendi nemmeno un primo»
AVIO. Le contano e le ricontano e ancora sembrano non crederci. Per una banconota (vera) da 50 euro in cambio ricevono dieci banconote (fac simile) da 10.000 lire, oppure venti da 5.000 lire. Con le quali si ordina da mangiare e da bere alla grande: tanto tutto costa poco, come ai tempi della lira. Qualche esempio? Gnocchi di malga: 5.000 lire; polenta spezzatino e contorno: 7.000 lire; pranzo completo: 12.000 lire; un panino: 3.000 lire. Eppoi birra e bibite a 2.000 lire e caffé a 1.000 lire. «Bei tempi, quelli della lira - sospira Concetta Baldessarelli con a fianco il marito Egidio Tomasoni - allora i soldi avevano un valore, mentre ora con l’euro tutto è raddoppiato, fuorché stipendi e pensioni, e non sono mai abbastanza. Siamo messi male, anche quel piccolo gruzzoletto che avevamo è andato in funo... Sarebbe meglio tornare alla vecchia e cara lira».
Lira che per un giorno è stata rispolverata alla festa della Lega nord di Avio a Prà Alpesina sul monte Baldo. Per un giorno solo però perché, spiegano l’onorevole Maurizio Fugatti e il consigliere provinciale Claudio Civettini, «se siamo consci che alla lira non si potrà tornare, con questa iniziativa abbiamo voluto evidenziare i danni e il fallimento dell’euro e dell’Europa. Non abbiamo nostalgia della lira, ma abbiamo nostalgia dei prezzi. Il costo della vita è salito alle stelle da quando è arrivato l’euro».
E non servono parlamentari o economisti per spiegarlo a chi tutti i giorni è alle prese con i conti che non tornano più. Mostrano con orgoglio il loro vassoio pieno Marilisa Brentegani e il marito Adriano Bendazzoli di Caprino Veronese: «Guardi, con 16.000 lire mangiamo alla grande. Cosa prendi con l’equivalente di 8 euro, forse un primo. L’euro è una maledizione, ci ha danneggiato tutti. A cosa abbiamo rinunciato? Alle ferie, ad esempio...» «E noi, oltre alle vacanze che non possiamo più permetterci, anche ai regali di Natale. Non so cosa succederà se si andrà avanti di questo passo» aggiunge la cognata Lucia Zamboni con il marito Walter Brentegani e la figlia Marilena. «Sarà che ne approfittano - aggiunge la signora Clara di Mori in compagnia del marito Eugenio - ma qui aumenta tutto: dalla benzina alle ricariche del telefonino. E così pur di risparmiare qualcosa si tagliano le ferie ed altre spese. Per fortuna che almeno oggi abbiamo mangiato tanto spendendo poco. Sono proprio contenta» conclude mentre dal portafoglio estrae orgogliosa i fac simili delle lire (84.000) rimaste dopo il cambio di 50 euro. Ma la felicità durerà poco perché quando a fine festa Clara tornerà a casa il cambiavalute Alessandro Vaona la ripagherà con una manciata di euro.
«Il vantaggio più grosso - scherza Sergio Dellicompagni di Ala - è che qui con la lira ti bevi due birre al posto di una... E’ un esempio per dire che con trenta euro trasformare in lire puoi fare molte più cose. Ritornare sempre alla lira? Boh, non so se andrebbe meglio o peggio. Mi sa che non cambierebbe niente visto che chi ci governa fa gli affari suoi». «In generale la situazione è cambiata in peggio - aggiunge Alessandro Zanini di Rovereto - ma mi verrebbe da dire che l’euro non c’entra. La colpa è della politica e della burocrazia». «Quel che posso dire - afferma Eros Vaona, 19 anni, di Sabbionara, studente all’Ipc don Milani - è che som sempre sut. Già è dura, per chi è fortunato, prendere lo stipendio. Pensare poi a tutte le spese da affrontare...».
Ma almeno per un giorno l’euro è stato dimenticato grazie al ritorno (virtuale) della lira. Ma da oggi si torna a pagare in euro e la realtà si fa dura...
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