Timidi spiragli per salvare l’Ariston

L’azienda prolunga il contratto di solidarietà e si dice disponibile a studiare prodotti innovativi per via Manzoni



ROVERETO. Accordo quadro su un possibile percorso di riqualificazione e riorganizzazione produttiva dello stabilimento Ariston Thermo group di via Manzoni: ecco, in sintesi, una lunga giornata di trattative fra l’azienda e i sindacati, nella sede di Confindustria. La bozza è stata approvata ieri mattina dall’assemblea dei lavoratori «con grande tristezza e preoccupazione», spiegano Michele Guarda (Fiom Cgil) e Anna Damiano (Fim Cisl).

In sostanza, nell’accordo i vertici della multinazionale leader nella produzione di sistemi per il riscaldamento degli ambienti si impegnano a verificare la concreta possibilità di industrializzare nel sito di Rovereto prodotti innovativi nei prossimi mesi, per rilanciare la produzione e così garantire il mantenimento dei livelli occupazionali. «Il settore dell’energia è oggetto di gigantesche innovazioni - spiega Guarda - grazie agli investimenti nella ricerca della Provincia saremmo in grado di offrire una molteplicità di soluzioni per ammodernare lo stabilimento roveretano». In via Manzoni attualmente vengono prodotte caldaie a gas ad accumulo, un prodotto ormai “di nicchia”.

Regnando ancora incertezza, i sindacalisti hanno preteso l’attivazione di un nuovo contratto di solidarietà a partire da maggio di quest’anno e fino alla fine di luglio 2014. Fiom Cgil e Fim Cisl hanno strappato all’azienda l’impegno ad organizzare corsi di formazione e riqualificazione del personale che fosse coinvolto nelle procedure di mobilità. «In questo senso, i lavoratori che decidessero volontariamente di essere coinvolti nelle procedure di mobilità - spiegano Guarda e Damiano - potranno farlo a partire dall’agosto di quest’anno».

Sulla questione esuberi, annunciata dall’azienda, sono una decina di lavoratori che, tra contratto di solidarietà, periodo di mobilità e incentivo all’esodo, potranno raggiungere i requisiti per il pensionamento. Al termine del contratto di solidarietà, se i livelli produttivi non saranno risaliti l’azienda procederà alla mobilità di altri 33 lavoratori. Anche loro riceveranno - ed è una novità importante - un incentivo all’esodo uguale agli altri. La disponibilità dell’azienda ad investire regala qualche sorriso, «ma il percorso è appena iniziato e avrà molti step che misureremo quotidianamente con l’azienda». (n.f.)

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