trento nord

Tetti di amianto nel cantiere del bypass, ieri l’immediato intervento

L'Azienda sanitaria inviata dal Comune. Primo intervento: vernice incapsulante sulle lastre del tetto del capannone. La settimana prossima inizieranno le demolizioni degli edifici anche sul lato est di via Brennero


Gigi Zoppello


TRENTO. La settimana prossima inizieranno le demolizioni degli edifici anche sul lato est di via Brennero: i dettagli sono stati forniti al Comune in una riunione giovedì, con Rete Ferroviaria Italiana (capofila del Polo Infrastrutture del Gruppo FS), Provincia Autonoma di Trento, Comune di Trento e Consorzio Tridentum: un tavolo tecnico per fare il punto sull’avanzamento dei cantieri di Trento Nord per la realizzazione della Circonvallazione ferroviaria.

Non hanno parlato, però, di un problema in più: i capannoni delle ex officine Tomasi, che vanno demoliti, e che presentano centinaia di metri cubi di copertura in Eternit, contenente amianto.

Lo abbiamo scritto ieri (14 luglio) su questo giornale, e già dalla mattina la situazione - con una velocità inaudita - si è sbloccata: su intervento del Comune (che è l’ente depositario della salute pubblica) si è attivata l’Azienda Sanitaria (che deve ancora presentarsi al tavolo dell’Osservatorio Sicurezza ambientale come richiesto da un mese): operai di una ditta specializzata si sono messi al lavoro già la mattina. In mattinata, c’è stata infatti l’ispezione dei Tecnici dell’Unità Operativa Prevenzione e Sicurezza Ambienti di Lavoro dell’Apss.

Hanno verificato che - in vista dell’imminente demolizione - si trattava di un caso urgente. «I piani classificati come “urgenti”, come dall’ art. 256 comma 5 del D.Lgs. 81/08, possono iniziare immediatamente le attività di rimozione senza attendere i 30 giorni solitamente previsti evidenziando inoltre l’ora di inizio della attività» spiega il protocollo di Apss.

Che cosa hanno fatto? Hanno messo in atto una delle misure di diminuzione del rischio, come indicato dal nuovo protocollo sull’amianto approvato dalla giunta provinciale nel 2022.

Il protocollo segnalava intanto l’obbligo di denuncia: chiunque (ente pubblico o privato cittadino) abbia notizia o sospetto della presenza di amianto, deve denunciare il fatto e la localizzazione.

«Il Comune, inoltre, può richiedere un sopralluogo motivato anche per rivalutare un sito già censito nelle casistiche in cui si tema che l’immobile comporti un grave pericolo per la salute pubblica a seguito di un improvviso peggioramento dello stato di degrado.

Si specifica che le operazioni di bonifica devono essere effettuate solo da imprese specializzate iscritte all’Albo Nazionale Gestori Ambientali alla categoria 10a e 10b».

La ditta è intervenuta ieri con una piattaforma mobile. E si è provveduto alla prima azione: la bonifica preventiva tramite «incapsulamento», ovvero pitturando le lastre di amianto con un colore «primer» che impedisce il rilascio di fibre di amianto. Lo prescrive la norma UNI10686 del marzo 1998 nel Decreto del 20 agosto 1999.

Naturalmente gli abitanti delle case vicine (che verranno abbattute entro pochi giorni, e stanno pertanto completando i traslochi) hanno chiesto informazioni agli operai, i quali hanno assicurato che le vernici usate «non sono tossiche».

Peraltro il protocollo operativo dell’Azienda Sanitaria impone che - per ogni lavorazione di bonifica di amianto - afferma che «A titolo precauzionale è tuttavia suggerito di tenere le finestre delle abitazioni chiuse durante le operazioni».

Il problema, comunque, sarà risolto la prossima settimana. Ma prima di procedere alla demolizione degli stabili, si dovrà completare l’asportazione completa dell’amianto, in ambiente controllato, con operai specializzati e trasporto in sacchi sigillati del materiale in discarica di rifiuti tossici e pericolosi.

Quello che i cittadini si chiedono, però, è il perché delle rassicuranti dichiarazioni di due mesi fa, quando presentando il piano delle demolizioni, i responsabili di Rfi dichiararono che «dopo un attento esame degli edifici interessati non si riscontrano criticità». Quel tetto ricoperto di Eternit non l’hanno proprio visto.

 













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