Testamento biologico, solo due adesioni
Primo bilancio annuale per la scelta che ha spaccato Mezzolombardo. L’assessore Guadagnini: «Un’iniziativa di civiltà»
MEZZOLOMBARDO. Ha compiuto il primo anno il registro per le volontà sul fine vita istituito dal Comune di Mezzolombardo e nello schedario al momento figurano solo due documenti. Solo due cittadini hanno depositato il proprio testamento biologico nella cassetta di sicurezza messa a disposizione dal Comune in un istituto di credito, nonostante le 500 firme a sostegno raccolte quasi due anni fa.
Il registro per i testamenti biologici degli iscritti all’anagrafe del Comune di Mezzolombardo, sostenuto da tanti esponenti della maggioranza, voluto da un crescente numero di cittadini e appoggiato da personalità come Margherita Hack e Beppino Englaro, è costato un duro scontro in consiglio comunale, che l’ha istituito con due delibere nel maggio e giugno 2011.
«Continuiamo a ritenerla un’iniziativa valida - ha commentato l’assessore Roberto Guadagnini, sostenitore del registro sin dai primi tempi - E’ una grande dimostrazione di civiltà e l’esempio di Mezzolombardo è stato da stimolo per altri Comuni che ne hanno seguito l'esempio».
I gruppi di minoranza Civica Mezzolombardo e Civica Rotaliana sono tornati all’attacco del registro lo scorso marzo, attraverso una mozione che ne chiedeva la soppressione bollando l’iniziativa come «un’operazione ideologica che si è rivelata inutile», ma la maggioranza aveva respinto la proposta, sottolineando che il servizio non ha costi fissi per il Comune e che le spese di istituzione di eventuali pratiche sono a carico del cittadino. Forse sono proprio i 35 euro che andrebbero investiti per depositare i documenti a rallentare l’allungarsi della lista dei firmatari o forse è la legge nazionale che langue in Parlamento e rischia di rendere di fatto invalide le volontà sul fine vita espresse attraverso i testamenti biologici. O dipende da quel misto di scaramanzia e illusione che spinge ad allontanare ragionamenti riguardanti accanimento terapeutico e fine vita dalla quotidianità: «Io stesso non ho ancora sottoscritto il testamento per una forma di negligenza dovuta alla mancanza di tempo- ha spiegato Guadagnini - ma con altri sostenitori abbiamo in programma di farlo. Quel che conta è l'impegno di più di cinquecento cittadini a dar vita al registro, non per interesse personale ma per rispetto del diritto civile di ognuno a fare palesi le proprie volontà su tematiche tanto delicate e personali come quelle relative al fine vita».
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