«Tante cose fatte, ora rischio instabilità»
TRENTO. Per molti osservatori quella andata in archivio ieri è stata una legislatura romana irripetibile per le ricadute positive sull’Autonomia trentina. Il bilancio di questi cinque anni, visto...
TRENTO. Per molti osservatori quella andata in archivio ieri è stata una legislatura romana irripetibile per le ricadute positive sull’Autonomia trentina. Il bilancio di questi cinque anni, visto dalla maggioranza, lo chiediamo a Lorenzo Dellai, deputato di Democrazia Solidale.
Onorevole è d’accordo su questa valutazione?
«E’ giusto dire che si è trattato di una legislatura molto positiva per l’Autonomia di Trento e di Bolzano. Ha portato risultati di grandissimo valore per il rafforzamento della Specialità».
Ci ricorda le principali?
«Va ricordata la partita delle norme di attuazione dello Statuto: approvate in numero significativo e su temi di spessore. Basterebbe citare la norma sulla Giustizia, un unicum nel nostro Paese».
Altre norme?
«In materia di urbanistica, ricordo il Parco dello Stelvio, piuttosto che quelle sui contratti e gli appalti. Prevedono una modalità di applicazione tutta originale».
Oltre alle norme, il centrosinistra si è speso anche in una partita legislativa parimenti importante...
«E’ stata estremamente significativa quella sugli accordi finanziari. Il tutto in una stagione ancora di grande difficoltà per la finanza pubblica. I bilanci delle due Province oggi sono in una situazione di grande sicurezza e di certezza delle entrate. Non vanno dimenticati alcuni provvedimenti specifici e significativi».
L’Autobrennero.
«Con la legge sull’In-House, certo. Oltre alle norme che danno alla Provincia ampia facoltà di regolare le gare sulle centrali idroelettriche. Questa legislatura per noi si chiude con segno ampiamente positivo».
La delegazione parlamentare ha lavorato con tre governi in cinque anni.
«Sì, con Letta, Renzi e Gentiloni e tutti tre sono stati interlocutori attenti e credibili, il lavoro svolto
è stato molto valido».
Che giudizio si sente di dare della legislatura, invece, a livello nazionale?
«Peccato per il finale molto negativo: il fatto che non si sia potuto approvare lo Ius Soli che, tra l’altro, sarebbe stato lo Ius Culturae. La cittadinanza non sarebbe certo stata automatica per tutti, anzi. Va ricordato invece che si è fatto molto sul piano economico: alla fine della scorsa legislatura l’Italia era sull’orlo del baratro. Ora più che l’instabilità economica temo un’altra situazione...».
A che cosa si riferisce?
«Vedo all’orizzonte un’instabilità politica che avrebbe ricadute molto negative sul Paese».
Lei come si muoverà?
«In una logica di coalizione come si è sempre fatto in Trentino. A Roma prima sembrava invece una cosa da montanari, una sorta di stravaganza». (g.t.)