«Tagliamo le indennità da subito»
I gruppi vogliono una riduzione di 1.400 euro. La Lega di 1.000
TRENTO. Se le parole hanno un valore, il taglio delle indennità dovrebbe essere cosa fatta. O quasi. I capigruppo dei principali partiti si schierano per un sacrificio sostanziale, cioè il 10 per cento dell'indennità che viene percepita dai consigli regionali. Ci sono ancora dei distinguo, delle differenze su come arrivare al risultato, ma alla fine quasi tutti ritengono che il taglio di 1.400 euro sia quello più equo. C'è anche si spinge oltre, prospettando la possibilità di tagliare le spese dei gruppi consiliari e chi, come Bruno Firmani dell'Idv, arriva a chiedere anche tagli alle indennità di carica. Se, dunque, seguiranno i fatti, entro poche settimane i costi della politica trentina dovrebbero essere ridotti.
Nella riunione dell'altro ieri è stato deciso che la decisione sul come procedere verrà presa in accordo con tutte le forze politiche in una riunione dei capigruppo in Consiglio regionale che si terrà all'inizio di settembre. L'orientamento dei partiti trentini è un taglio del 10 per cento. La Svp ha fatto capire che non è molto appassionata all'argomento e che, comunque, vuole che le modifiche si applichino a partire dalla prossima legislatura. I Verdi altoatesini e i Freihetlichen, non si accontentano del 10 per cento, ma chiedono che il taglio sia del 20.
Il capogruppo del Pd Luca Zeni spiega che ci sono diverse strade: «E' vero che il taglio delle indennità non è una gran cosa, ma è anche vero che sarebbe un segnale. Noi siamo favorevoli a un taglio del 10 per cento delle indennità lorde, ovvero 1.400 euro. Poi siamo anche per riorganizzare le spese per i gruppi che favoriscono i gruppi più piccoli. Poi ci sono anche altre cose da rivedere, come la legge Amistadi sui compensi per sindaci e consiglieri comunali».
Bruno Firmani è ancora più drastico: «Noi siamo per tre cose: tassazione della diaria, che comporta un taglio di circa 1.400 euro, riduzione delle indennità di carica per il Consiglio provinciale ed eliminazione totale delle indennità per il Consiglio regionale. In questo modo si eviterà questa corsa squallida alla poltrona per avere qualche soldo in più».
La Lega ha una posizione un po' diversa, come spiega Alessandro Savoi: «La posizione mia e del segretario Maurizio Fugatti è semplice. Siamo per il taglio del 10 per cento dell'indennità di base lorda che ammonta a 10.400 euro. Quindi la riduzione dovrebbe essere di 1.060 euro. In questo modo ci sarebbe un risparmio di 846 mila euro l'anno. Non poca cosa. Per il resto parliamo di tutto, ma a partire dall'eliminazione delle porte girevoli che farebbe risparmiare un milione di euro all'anno. Se eliminiamo le porte girevoli, poi possiamo parlare anche di spese dei gruppi, ma anche di eliminazione delle Comunità di valle che sono lo spreco più grosso. Le Comunità duplicano soltanto gli apparati e fanno spendere di più alle casse pubbliche senza portare alcun vantaggio».
Roberto Bombarda dei Verdi si schiera per il taglio di 1.400 euro: «Vediamo cosa ci proporranno a settembre. Io penso che un taglio del 10 per cento dell'indennità, o attraverso la tassazione della diaria o attraverso il taglio netto, sia la cosa più giusta. Il risultato concreto sarebbe comunque di una riduzione di 1.400 euro. Ma bisogna farla subito, non a partire dalla prossima legislatura».