Tagli alle scuole materne, maestre trentine sul piede di guerra
La Provincia cancella le compresenze: mille i posti di lavoro a rischio
TRENTO. Resta alta la tensione nelle 280 scuole materne del Trentino. Nonostante le rassicurazioni dell'assessore Marta Dalmaso, i sindacati temono che il sistema possa essere smantellato e per questo hanno deciso di mobilitarsi. Domani ci sarà l'assemblea di tutto il personale a Trento ed è probabile che il 100% degli asili della provincia restino chiusi. Per questa mattina, intanto, è previsto un nuovo incontro in Provincia tra l'assessore Marta Dalmaso ed i rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil. I sindacati chiedono risposte chiare e la presentazione di un progetto ben definito. In ogni caso, l'assemblea di domani è confermatissima. Tra le 9 e le 12, presso la Sala della Cooperazione in via Segantini, sono attese oltre 1.500 persone, forse 2.000. Questo significherebbe una "paralisi" del servizio: se così fosse, infatti, tutte le scuole materne del Trentino resterebbero chiuse nella giornata di venerdì, con inevitabili disagi per le famiglie. Quel che è certo è che almeno l'80% degli asili non aprirà o fornirà un servizio ridotto. Durante l'assemblea i sindacati esporranno le loro preoccupazioni, scatenate dall'articolo 58 della Finanziaria provinciale (approvata dalla giunta e in discussione in consiglio) che modifica la legge 13 sulle scuole materne. Nella legge, infatti, si afferma che la scuola dell'infanzia si articola in sezioni (con al massimo 25 bambini) a ciascuna delle quali spettano 2 insegnanti. Nella Finanziaria, invece, si dice semplicemente che "la scuola dell'infanzia si articola in sezioni". Nessun cenno al numero di insegnanti, questione che allarma non poco le sigle sindacali. Così come non piace il fatto che non vengano più citate le compresenze, peculiarità del sistema delle scuole materne trentine. «In questo modo - afferma Stefania Galli della Cisl Scuola - non si garantiscono più le attività che si garantivano prima e c'è il rischio di una riduzione del personale». Ed i primi a "saltare" sarebbero inevitabilmente i 1.000 precari - tra maestre e ausiliari - che operano nelle 280 scuole della provincia. «Nella Finanziaria - continua la sindacalista - vengono tolti dei paletti fondamentali e si rischia di smantellare un sistema che funziona. Non ce lo stiamo inventando, come sostiene l'assessore, perché purtroppo è tutto scritto. Per questo pretendiamo un chiarimento urgente, altrimenti siamo disposti ad ogni forma di protesta». Anche Maria Pia Trenti (Uil coordinamento scuole infanzia) esprime i propri. «L'assessore Dalmaso sta togliendo dei parametri di legge che, di fatto, cancellano l'essere "scuola" delle scuole dell'infanzia e le farebbe diventare un servizio socio-assistenziale. Noi questo non lo possiamo accettare. Non vogliamo declassare la scuola dell'infanzia ad una mera situazione economica. Siamo consapevoli della congiuntura economica e siamo disposti a sederci attorno ad un tavolo per discutere nuovi parametri, ma non accetteremo mai una delegificazione di questa materia».
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