Tagli alla politica, 9 milioni alle famiglie

Consiglio regionale: discussione sui soldi assegnati alle Camere di commercio



TRENTO. Dopo tanti annunci e promesse finalmente qualcosa di concreto: dai risparmi sui costi della politica arriveranno 9 milioni (5 dalle riduzioni alle indennità dei consiglieri regionali e 4 dalla revisioni del sistema dei vitalizi) da destinare alle famiglie meno abbienti, a questi se ne aggiungeranno altri 3 effetto dei tagli operati sui finanziamenti alle Camere di commercio. Il budget per il pacchetto famiglia passa così da 60 a 72 milioni all’anno. Ieri prima dell’inizio della seduta del consiglio regionale l’assessore Martha Stocker e la presidente del consiglio Rosa Thaler, assieme al presidente della prima commissione legislativa Donato Seppi, hanno presentato le nuove misure riguardanti il pacchetto famiglia e la previdenza sociale che hanno effetto a livello regionale. Al termine della discussione generale il consiglio ha deciso di rinviare a luglio l’esame dell’articolato del disegno di legge. Bocciato, al termine di un’accesa discussione che ha visto le opposizioni all’attacco, l’ordine del giorno presentato da Georg Pardeller (Svp) che chiedeva l’abolizione del finanziamento regionale alle due Camere di commercio che ammonta a nove milioni di euro. Con il Pacchetto famiglia però viene reintrodotto, ma con una riduzione da 9 a 6 milioni destinati appunto ai meno abbienti. Le novità, contenute dal pacchetto, prevedono innanzitutto che le famiglie con almeno due figli percepiscano l’assegno anche per il figlio più piccolo fino ai 18 anni (oggi fino ai 7). Altra novità importante: gli scaglioni di reddito vengono adeguati all’inflazione (circa 6%). Inoltre, c’è un potenziamento degli interventi destinati alla copertura dei periodi di astensione dal lavoro per la cura dei figli e l’assistenza a familiari non autosufficienti. Per quanto riguarda i contributi per l’assistenza a familiari non autosufficienti, passano da 3.500 a 4 mila euro in caso di versamenti per l’assicurazione obbligatoria o in un fondo di previdenza complementare. Per il part-time si passa da 1.750 a 2 mila. Per l’assistenza a figli non autosufficienti il contributo passa da 6 a 7 mila euro e vale fino al compimento del quinto anno. Per persone disoccupate il contributo arriverà fino a 7 mila euro( in caso di prosecuzione volontaria dei versamenti previdenziali e di versamenti in un fondo complementare).Elena Artioli e Franca Penasa (Team Autonomie) hanno presentato una cinquantina di emendamenti: il più importante riguarda l’estensione dei contributi alle famiglie anche oltre i 18 anni del figlio, nel caso in cui studi ancora. La giunta regionale in mattinata ha approvato il bilancio di previsione nel 2014 che pareggia sulla cifra di 519 milioni di euro.













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