Il progetto

Sui Lessini arriva il sentiero dei lupi

Comune di Ala, corpo forestale e Muse vogliono farne un richiamo turistico



ALA. Convivenza tra lupo e agricoltura di montagna: il corpo forestale offre agli allevatori di Ala soluzioni personalizzate per mettere in sicurezza in bestiame. Perché è l'unica soluzione possibile: il lupo sui Lessini c'è venuto da solo e non per un progetto, a differenza dell'orso, ed è una specie protetta.

Le "consulenze personalizzate" sono state offerte durante la serata, molto partecipata, organizzata dal Comune di Ala venerdì scorso, per parlare del lupo e della sua presenza sui Lessini. Da quasi tre anni ormai staziona sulla montagna un branco, che dalla coppia iniziale è arrivato a dodici esemplari. Alcuni stanno girando nei dintorni, come testimoniano le tracce di lupo trovate sullo Zugna e di cui ha raccontato il nostro giornale. Tra gli alensi che frequentano la montagna, come constatato durante la serata, c'è preoccupazione, anche se alcuni hanno trovato il modo di convivere con il predatore.

Il Comune, assieme al corpo forestale ed al Muse, sta pensando ad un sentiero conoscitivo, per fare della presenza del lupo anche una forma di richiamo turistico. Il progetto è stato presentato, ma «a scegliere se realizzare il sentiero saranno i cittadini stessi, durante una serie di incontri territoriali della piattaforma europea Wolfalps – come hanno precisato il sindaco Soini e l’assessore Lorenzini - essendo il lupo una specie protetta, l’unica cosa che possiamo fare è conoscerlo». Il sentiero, di circa 4 km, passerebbe per le malghe Maia, Lavacchietto e Micologi, e per Corna Fessa e Bocca Martin, con 9 tappe con cartelli informativi. Il sindaco ha spiegato come il Comune abbia chiesto anche alla Provincia di monitorare la presenza del lupo; a rispondere alle domande del pubblico c'erano Tommaso Borghetti, forestale, per il Muse il direttore Lanzinger e per LifewolfAlps, piattaforma che studia il lupo sulle Alpi, Natalia Bragalanti. Mario Zomer, presidente degli allevatori, ha rappresentato le preoccupazioni di chi lavora nel settore. «Siamo a disposizione degli allevatori – ha spiegato Borghetti del Corpo forestale – per studiare soluzioni personalizzate per mettere in sicurezza il bestiame. Ogni malga, ogni allevamento, vanno presi in considerazione a sé, per trovare la risposta adeguata. E noi ci prenderemo il tempo di farlo, chiamateci». Perché i lupi, di danni, ne hanno fatti, con diversi capi divorati, in maggioranza sul versante veronese dei Lessini, dove le polemiche periodicamente infuriano. Nel 2014 ci sono stati 8 attacchi agli allevamenti, sono stati uccisi 15 capi e gli indennizzi provinciali ammontano a 9.200 euro.

«I dati 2015 non sono ancora pronti, ma non si discostano di molto» ha spiegato la tecnica di Life Wolfalps Natalia Bragalanti, mettendo in guardia dal bracconaggio: «L’avvelenamento con bocconi rischia di avvelenare anche tassi, volpi, cani, altre specie». Il branco, hanno precisato gli esperti, è di dodici esemplari, ma non potrà continuare a crescere a dismisura: oltre questo numero, non avrebbero risorse per sopravvivere. Per i rischi per le persone, invece, Bragalanti ha detto che «Si tratta di un animale schivo, più dell’orso, e già fare rumore basta a allontanarlo. Certo, il consiglio è quello di fare jogging nel bosco durante il giorno, e non di notte. E anche se nella storia recente non abbiamo casi di attacchi all’uomo, la garanzia totale su una specie selvatica non si ha mai».

(m.s.)

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