«Su Malga Fosse decida il Primiero»

La protesta a passo Rolle per dare voce alla gente: «Sotto le nostre Pale vogliono fare i grattacieli di Dubai»


di Andrea Selva


PASSO ROLLE. Lassù, a duemila metri di quota, poco sotto il passo Rolle, all’ombra del Cimon della Pala, vogliono qualcosa che assomigli a una malga e non a un centro benessere. Di più: vogliono qualcosa che possa servire per la montagna e il territorio e non una riserva protetta per i turisti di città alla ricerca di emozioni esclusive. Erano una ventina ieri i cittadini del Primiero saliti a Malga Fosse per ribadire che quell’edificio non è un’astronave (per usare il loro slogan) su cui fare esercitare gli architetti. Mica tanti, ma bisogna contare che la giornata (dopo alcuni sprazzi) di sole era “minacciosa” e soprattutto bisogna rilevare che dopo l’annuncio della protesta di Pasquetta sono arrivate le prese di posizione del consigliere provinciale Marco Depaoli e del presidente della Comunità di valle, Cristiano Trotter, che (dopo settimane di silenzio) hanno detto che la vicenda merita un approfondimento e - in ogni caso - spiegazioni pubbliche.

Pochi ma buoni si dice di norma per consolazione, ma ieri lassù oltre ai due organizzatori della protesta (i consiglieri della comunità di valle Daniele Gubert, già candidato alla presidenza del Parco, ed Enrico Turra) c’era anche l’ex assessore della comunità Maurizio Gaio a spiegare che per tre motivi almeno l’iniziativa dell’Agenzia provinciale del Demanio (proprietaria di Malga Fosse) non va bene: “Non hanno coinvolto a nessun livello le istituzioni locali; non hanno pensato di valorizzare in alcun modo le qualità di un versante dove parte - per esempio - il sentiero geologico; non hanno considerato gli sviluppi di un’area che verrà coinvolta in futuro dal nuovo collegamento sciistico e nessun cento - infine - alla valorizzazione dei prodotti locali».

Daniele Gubert ed Enrico Turra ribadiscono il concetto: «Nessun coinvolgimento del territorio». E lasciano intendere che quando la deroga alle norme urbanistiche (necessaria per la malga) arriverà all’esame del Primiero, comincerà la battaglia vera.

Una questione estetica? «Non solo - spiega Gubert - ma soprattutto di funzioni. Perché questa è una malga e non - come vorrebbe qualcuno in Provincia - un resort di serie A da esibire ai turisti». «Dobbiamo essere noi a decidere, che abitiamo qui 365 giorni l’anno» conclude Turra. E gli enti locali che finora hanno dormito? «Con questa protesta li abbiamo stanati».

Raccontavano ieri a Malga Fosse che nei bar del Primiero cominciano a circolare le battute: «Andremo sul passo Rolle per vedere i grattacieli di Dubai». La pensa così anche Debora Cemin, assessore a Tonadico, che ritiene il nuovo progetto il figlio di una moda passeggera: «Abbiamo costruzioni centenarie che sono sopravvissute alle varie epoche, ma quello che ci hanno presentato è un progetto che passerà di moda. Questo è pericoloso, perché poi ci toccherà tenercelo».

A passo Rolle c’erano anche due architetti Oscar Piazzi e Mauro Marinelli giunti apposta per dire la loro: «L’estetica è relativa, qui è una questione di funzioni: c’è una malga e come tale va pensata, perché il territorio ha bisogno di una struttura come questa. Il nuovo progetto e la funzione di malga non si conciliano. C’è il rischio di snaturalizzare un’area». Anche Flavio Taufer (consigliere della comunità di valle) è giunto lassù (a piedi scalzi nella neve, come è abituato) per dirsi contro. E c’era anche l’assessore di Fiera Erwin Filippi Gilli a criticare il Demanio provinciale: «Perché non svolgono il loro ruolo, ad esempio acquistando la proprietà Cellini nel Vanoi, invece di progettare edifici avveniristici?».

Su una cosa però tutti i presenti erano d’accordo: l’edificio attuale è una schifezza. Ma qualcuno ha chiuso il caso: «Meglio quello delle torri di Dubai». Una prima certezza: il nuovo progetto dovrà essere spiegato al Primiero. E una seconda: i sostenitori troveranno pane per i loro denti.

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