Strisce blu, linea dura: a chi sfora multa di 41 euro
Le parole del ministro Lupi avevano illuso molti, ma la Polizia municipale non cambia rotta. Armellini: «Ma si applicano sempre i 10 minuti di tolleranza»
TRENTO. Addio multe per chi sfora l’orario e lascia la macchina parcheggiata sulle strisce blu oltre il termine per cui ha pagato? Scordatevelo.
Le dichiarazioni dei giorni scorsi del ministro delle infrastrutture Maurizio Lupi avevano fatto sperare tanti automobilisti ritardatari. E mandato nel caos molti Comuni, alle prese con una selva di sentenze, circolari ministeriali e ordinanze che negli anni si sono accumulate e vanno in direzioni opposte.
Ma gli automobilisti di Trento si rassegnino: le multe continueranno a pagarle. Per l’esattezza la sanzione applicata, per chi lascia la macchina sui parcheggi blu oltre l’orario pagato e indicato sul ticket o sul parcometro, è di 40 euro più 1 euro di accertamento. La stessa che scatta per chi non aziona il parcometro. Va detto che altri Comuni in Italia, applicando un articolo diverso del codice, si accontentano di una multa più leggera, 23 euro.
«Noi applichiamo l’articolo 7 comma 14 del Codice della strada - spiega il funzionario della Polizia municipale Paolo Armellini - un articolo che sanziona chi disattende l’ordinanza sindacale nella quale sono stabilite la fascia oraria degli stalli a pagamento, dalle 8 alle 19.30, e la tariffa oraria, che può andare da 50 centesimi per le zone vicine agli ospedali fino a 1 euro per quelle più vicine al centro storico». La segnaletica stradale indica tutte le norme, compreso l’obbligo di esporre il ticket che pure, in base a un altro articolo del codice della strada che non lo prevede come obbligatorio, anni fa fu oggetto di ricorsi.
«Va detto che non c’è una direttiva univoca», prosegue Armellini. Per esempio una circolare ministeriale del lontano 1997 prevedeva che in caso di sforamento dell’orario, venisse solo recuperato il credito ma senza applicare la multa. Che in sostanza è quello che ha risposto il ministro Lupi all’interrogazione parlamentare dei giorni scorsi, sulla base del principio per cui nel caso di sosta illimitata tariffata, il pagamento in misura insufficiente non costituisce una violazione di una norma di comportamento, ma solo un’«inadempienza contrattuale», e pertanto, nei casi di pagamenti in misura insufficiente, «l'inadempienza implica il saldo della tariffa non corrisposta».
Ma diverse sentenze della Corte di Cassazione, fa notare il funzionario della Polizia municipale, dicono invece cose diverse, ovvero che un cittadino che sosta più del tempo per cui ha pagato il ticket, e disattende quanto indicato sulla segnaletica verticale, va sanzionato. E una recente sentenza del Tar del Lazio ha sanzionato la società adetta al controllo della sosta che si limitava al solo recupero del credito senza multare. «Noi andiamo avanti per la nostra strada, riteniamo che la nostra modalità sia corretta», spiega Armellini. Anche perché, fa notare ancora l’ispettore, «se non ci fosse la sanzione vorrebbe dire premiare chi fa il furbo, e penalizzare invece chi paga in modo corretto per tutto il periodo in cui utilizza il parcheggio», e anzi a volte aggiunge perfino qualche monetina in più proprio per stare più tranquillo sui tempi di rientro. E comunque Armellini assicura che «i vigili adottano un limite di tolleranza, 10-15 minuti di tempo all’inizio per consentire agli automobilisti di fare il biglietto al parchimetro, e altrettanti in coda». Insomma ritardare 10 minuti si può, oltre ciascuno lo fa a suo rischio e pericolo.
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