Stipendi, il salasso è meno pesante

Accanto ai rincari Irpef, per i provinciali c'è la bella sorpresa del premio


Chiara Bert


TRENTO. Doveva essere il giorno della stangata di marzo, quello delle addizionali regionali Irpef che il governo Monti ha aumentato nel «decreto salva-Italia» con effetto retroattivo dal 2011. Ma per i lavoratori provinciali e degli enti locali (esclusi i Comuni che non hanno ancora approvato il bilancio 2012) la busta paga incassata nei giorni scorsi si è rivelata una piacevole sorpresa: invece di uno stipendio più leggero, si sono ritrovati un compenso ben più sostanzioso del mese precedente. Merito del Foreg, il premio produttività che la Provincia ha pagato a marzo: 1350 euro lordi in media, sulla base dell'accordo firmato a fine anno tra l'Apran e i sindacati sul fondo per la riorganizzazione e l'efficienza gestionale.

Da un fondo di produttività che era erogato all'80% sulla base della presenza in servizio e al 20% su progetti di miglioramento, si è passati ad un regime nel quale il 60% delle risorse viene riconosciuto alla partecipazione del personale ai risultati generali e il restante 40% ad un utilizzo selettivo per il perseguimento di obiettivi specifici: un sistema che dovrebbe premiare il merito.

Una boccata d'ossigeno per i tanti lavoratori del pubblico impiego che da due anni hanno gli stipendi bloccati a causa del mancato rinnovo dei contratti deciso dalle manovre nazionali. Ieri molti di loro si sono ritrovati in busta paga tra i 700 e gli 800 euro netti, che hanno ampiamente compensato le detrazioni legate all'addizionale Irpef. Dovranno invece attendere il mese prossimo i dipendenti dei Comuni che non hanno ancora approvato il bilancio, mentre per il comparto scuola - sulla base degli accordi - il premio arriverà entro agosto per il personale Ata e gli assistenti educatori, entro settembre per i docenti.

Fin qui la situazione «speciale» dei dipendenti pubblici. Per tutti gli altri lavoratori quella di marzo sarà invece sì una busta paga più leggera, ma a conti fatti senza la «stangata» evocata da mesi. L'aumento delle tasse sconta infatti l'aumento dell'addizionale regionale all'Irpef, passata (per effetto della manovra del governo) dallo 0,9% all'1,23%. Un rincaro dello 0,33 che su uno stipendio di 1200 euro al mese si traduce in 51 euro all'anno, che salgono a 73 euro per un salario di 1700 euro, e a 94 euro per una busta paga di 2.200 euro. Secondo i calcoli della Uil, nel caso del Trentino si passa in media dai 210 euro dell'addizionale prima del «salva Italia» a 286 euro, con un aggravio di 152 euro in due anni.

A rendere meno amara la pillola c'è il fatto che il pagamento dell'addizionale non avviene in un'unica tranche, ma spalmato su 11 rate mensili, da gennaio a novembre. Ecco perché - dalla Provincia alla maggior parte delle aziende private - il mini-salasso è già scattato nella prima busta paga dell'anno. Qualche euro in meno al mese, che però in una fase di crisi - sommati all'aumento dell'Iva, al caro benzina e all'Imu - si fanno sentire sul budget delle famiglie.













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