Soppresso il vagone letto per Roma
Decisione di Trenitalia in vigore con l'orario invernale. Ma è polemica
TRENTO. Nuovo orario invernale dei treni: cancellata una nutrita schiera di collegamenti a livello nazionale. Primi a cadere molti vagoni-letto che viaggiano di notte. Ma a cadere sotto la scure del nuovo orario invernale, in vigore da dicembre, saranno anche dei collegamenti blasonati che coinvolgono il Trentino e l'Alto Adige: non sarà più possibile partire di notte, magari con auto al seguito, per andare sulla neve, dal Sud a San Candido. E addio anche al mitico notturno Bolzano-Roma.
«A Trenitalia - commenta indignato il presidente dell'azienda di soggiorno di Bolzano Dado Duzzi - interessa solo l'alta velocità. Sono anni che ci stanno sopprimendo collegamenti fondamentali, come i treni con auto al seguito, grazie ai quali arrivano ogni anno in provincia 150 mila turisti. A questo punto serve un intervento urgente della Provincia a Roma. Queste due ennesime soppressioni sono pericolose per il nostro turismo. Grave è anche la situazione riguardo alle informazioni: in stazione Trenitalia non ne fornisce sui treni austriaci».
I collegamenti da e per Roma sono da parecchio nel mirino di Trenitalia che aveva già provato in passato a ridurli drasticamente, scontrandosi però con il muro della Provincia. Non solo, Trenitalia ha anche innescato una vera e proproa guerra contro i cosiddetti "treni austriaci". Giusto un anno fa, l'ad Moretti aveva cercato di vietare ai convogli di Oltralpe le fermate intermedie in Italia, comprese quelle in Alto Adige. La ferma opposizione della Db/Öbb e l'intervento deciso della Provincia, riuscirono ad ottenere una sorta di tregua "armata", sfociata a giugno in un accordo tra il ministro Matteoli e il suo omologo tedesco Ramsauer, che ora permette ai treni in partenza da Monaco di circolare in Italia.
«La posizione di Trenitalia - ricorda l'assessore Widmann - era in netto contrasto con la politica europea in materia di traffico e di libera concorrenza come confermato anche dall'Ue che aveva espresso "seri dubbi" riguardo all'ammissibilità del divieto di fermata».