Società, la Corte bacchetta il Comune

Rendiconto 2013, i magistrati contabili puntano il dito sui debiti delle partecipate. Nel mirino anche la spesa corrente


di Chiara Bert


TRENTO. Interbrennero, Trentino Riscossioni, Trentino Trasporti Esercizio. La Corte dei Conti richiama il Comune di Trento sulle partecipazioni in società con bilanci in passivo. Lo fa nella relazione della sezione regionale di controllo sul consuntivo 2013 di Palazzo Thun.

Sulle società pubbliche i magistrati contabili hanno chiesto all’amministrazione di chiarire quali azioni intenda assumere per le spa che hanno un elevato livello di indebitamento, in primis Interbrennero. Il sindaco Alessandro Andreatta ha chiarito che la società è comunque ben patrimonializzata, mentre nel caso di Trentino Riscossioni «l’indice di indebitamento è connesso all’attività svolta, in quanto al valore dei debiti corrisponde un elevato valore dei crediti», e nel caso infine di Trentino Trasporti Esercizio «si tratta di un’azienda di recente costituzione che con la sola liquidità (15 milioni di depositi bancari e postali) è in grado di far fronte ai propri debiti». La Corte dei conti ha preso atto delle precisazioni, ma ha anche ricordato che la legge di stabilità 2014 ha previsto che i Comuni cedano le partecipazioni in società che hanno per oggetto attività non strettamente necessarie a perseguire finalità istituzionali. Per la Corte è necessario che il Comune elabori un bilancio consolidato che chiarisca le situazioni di debito-credito tra l’ente e i propri organismi partecipati. La sezione di controllo punta il dito anche sul ruolo determinante dei dividendi delle partecipate per gli equilibri di bilancio, sottolineando però come si tratti di fonti di entrata «aleatorie» il cui andamento va «attentamente monitorato». I magistrati evidenziano poi un peggioramento di 1,6 milioni di euro della gestione operativa del bilancio 2013 rispetto all’esercizio precedente. Peggioramento che il Comune ha ricondotto al fatto che la gestione finanziaria corrente 2012 aveva generato un avanzo economico per 2,4 milioni confluito nel risultato di amministrazione.

Ma l’istruttoria si sofferma soprattutto sul rischio per il Comune di non mantenere in futuro gli equilibri di bilancio. Nel mirino finisce la spesa corrente. Ai rilievi la giunta ha risposto che il Comune ha approvato a luglio 2013 un piano di miglioramento che prevede, a regime per il 2018, una riduzione di 1,88 milioni delle spese per il personale (attraverso il calo della pianta organica) e di 2,7 milioni per l’acquisto di beni e servizi, più altre misure di razionalizzazione. I magistrati hanno quindi evidenziato alcuni squilibri: un risultato contabile di gestione superiore al 5% rispetto alle entrate correnti (il sindaco ha chiarito che il risultato negativo va imputato all’estinzione anticipata di 20 mutui per 10 milioni); anticipazioni di tesoreria non rimborsate superiori al 5% rispetto alle entrate; mancati accantonamenti per finanziare potenziali passività.

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