Sgomberato l’ex asilo mattina di tensione
Blitz alle 10 con carabinieri e polizia che sono entrati nello stabile dal tetto Poi il corteo degli anarchici in città: slogan e cassonetti rovesciati
TRENTO. Avevano appena fatto il pieno al generatore nuovo di zecca: certamente non si aspettavano che poco dopo sarebbero stato sgomberati. Ma è quello che è successo. Ieri mattina alle dieci in punto polizia e carabinieri sono entrati in azione mettendo fine all’occupazione dell’ex asilo di via Manzoni trasformato quasi due mesi fa nell’«assillo» anarchico. Un centinaio uomini, compresi vigili del fuoco e agenti della polizia locale, per sgomberare (in virtù di un’ordinanza di sequestro chiesta dal procuratore capo Amato e concessa dal gip Forlenza) lo stabile dove si trovavano sette persone. Un’azione chirurgica come l’ha definita il questore D’Ambrosio, alla quale sono seguiti momenti di concitazione. Saputo dello sgombero, infatti, sotto Torre Verde si sono riuniti una trentina di anarchici a cui si sono aggiunti i sette sgomberati. Il gruppo ha iniziato ad intonare gli slogan (da «10, 100, 1000 occupazioni» a «non lavoreremo mai» per finire con «la casa si prende, l’affitto non si paga») per poi correre lungo via Torre Verde dove hanno anche rovesciato in strada alcuni cassonetti delle immondizie per rallentare la corsa della celere e poi disperdersi nelle vie del centro. Qui hanno dato vita ad un corteo non autorizzato che ha fatto tappa in piazza Duomo ed è finito sulla scalinata d’ingresso di Sociologia. Due ore e mezzo di alta tensione in città inizia, appunto, con l’ordine di sgombero. «Un’operazione predefinita in ogni particolare - spiegano il questore D’Ambrosio e il comandante provinciale del carabinieri Graziano - a partire dall’ora, inconsueta per uno sgombero. Loro ci aspettavano la notte e noi siamo arrivati alle 10 di mattina: una scelta che ha funzionato».
Ma ecco quello che è successo. Dato il via libera allo sgombero, poliziotti e carabinieri (c’era anche la celere di Padova e il battaglione di Laives) hanno blindato la zona bloccando tutti gli accessi. Con l’ausilio dei vigili del fuoco (che il questore ha ringraziato più volte per il lavoro fatto insieme) una decina di agenti sono saliti sul tetto mentre i colleghi entravano dalla porta principale. Dopo aver sprangato le porte per bloccare le tre vie di uscita alternative. Chi era sul tetto è entrata nello stabile dai lucernari mentre gli altri salivano le scale. Gli anarchici, resisi conto di quello che stava succedendo hanno cercato di chiudersi in una stanza e poi di trovare rifugio sul tetto. Ma quella strada per loro era interdetta. E così in tre sono usciti sulla pensilina e Passamani ha spiegato alla gente fuori quello che stava succedendo. Pochi minuti dopo, tutto era finito. Agli anarchici sono stati notificati gli atti (in tutto sono una quindici quelli denunciati per l’occupazione fra quelli individuati il giorno dell’«invasione» dello stabile il 21 marzo e quelli trovati dentro ieri) e poi è stato permesso loro di portare via alcune cose: da materassi a generi alimentari ai tavoli.
Tutto sembrava filasse senza sussulti fino a quando una quarantina di anarchici ha iniziato ad urlare slogan sotto Torre Verde al di là del cordone delle forze dell’ordine. C’è stato un contatto, con una piccola carica di alleggerimento, e poi gli anarchici hanno iniziato a correre in direzione di piazza Dante. E durante il percorso hanno rovesciato - vicino alla sede della Lega - alcuni cassonetti per rallentare le forze dell’ordine che li inseguivano e darsi la possibilità di disperdersi nel centro città. Dove si sono ricompattati e hanno dato vita ad un corteo che è terminato davanti a Sociologia con un nuovo comizio. E l’annuncio di nuove occupazioni. Poi l’appuntamento alle 18, sempre nella facoltà per una riunione. E un’occupazione lampo in piazza Santa Maria Maggiore. Nel mezzo da segnalare la reazione di alcuni cittadini che davanti ai cassonetti buttati a terra al grido «Trentini mettiamoci al lavoro» hanno rimesso a posto i grandi bidoni. Un invito al quale hanno risposto anche due stranieri. Un atteggiamento, quello dei cittadini che è stato lodato anche dal questore: «l’ho apprezzato veramente molto».
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