Serodoli, le contraddizioni di Agenda 21
Ambientalisti di nuovo all’attacco dello studio: «L’ampliamento delle piste solo sotto l’aspetto economico, non geologico»
GIUDICARIE. La conferenza stampa di ieri mattina nella sede di Italia Nostra aveva un titolo emblematico “Serodoli : uno scempio certificato”. Ed in quel titolo sono riassunte le valutazioni che gli ambientalisti hanno fatto sulla discussa relazione di Agenda 21, la società di consulenza incaricata dalla Comunità delle Giudicarie di studiare il potenziamento della skiarea di Campiglio verso Serodoli. La seconda versione di quell’enciclopedia: «La prima, quella con i pareri negativi su tutti i fronti - dichiara Beppo Toffolon – presidente di Italia Nostra Trentino – non l’ha mai vista nessuno».
Uno studio che, se pur riveduto e corretto al solo scopo di essere mitigato a favore della realizzazione delle piste a Serodoli, affermano con voce corale Cipra, Italia Nostra, Fai del Trentino, Italia Nostra, Wwf, Pan Eppaa, Lipu, Legambiente, Montain Wilderness, ancora non riesce a fornire elementi a favore, se non di carattere meramente economico e molto discutibili.
Le valutazioni economiche
«La tabella pubblicata da Agenda 21 rileva che su 228.442 arrivi turistici annuali, la quota invernale costituisce il 56% e la quota di turisti per cui lo sci rappresenta l’unica motivazione il 28%. E visto che il turismo estero invernale è in forte crescita, si legge sempre nella relazione di Agenda 21, Union Camere quantifica nel 27% il turista estero che cerca principalmente lo sci, mentre la voce di spesa per attività sportive e impianti è pari al 32,6% nella totalità e il 13,1% per i turisti stranieri. L’architetto Toffolon cita i punti salienti dello studio in cui si afferma che lo sciatore non cerca principalmente grandi aree sciabili, ma un mix di servizi, accessibilità, accoglienza, shopping, enogastronomia.
«Allora inutile insistere su impianti e piste - dichiara - mentre nelle alternative allo sci c’è ancora molto da fare, come sul potenziamento dell’esistente. Se gli impianti di Folgarida e Marilleva (una delle forti motivazioni alla realizzazione di Serodoli) sono lenti ed obsoleti, che vengano sostituiti e si ottimizzi il collegamento con Pinzolo, senza andare a creare un altro comparto che, nonostante ciò che si vuol far credere, anche per Agenda 21, non regge sotto molti punti di vista.
Gli aspetti ambientali
Generiche, per gli ambientalisti, anche le valutazioni sugli effetti ambientali. L'analisi del rischio idrogeologico si limita alla consultazione della Carta provinciale, con le relative zonizzazioni, senza alcuna analisi della situazione specifica in relazione alle opere da realizzare (sbancamenti, fondazioni, interferenze con le falde, eccetera). Pare incredibile ma la sovrapposizione delle superfici con “idoneità nulla” evidenziate in rosso nelle tavole della relazione dei consulenti della Cdv, copre l’intera zona di Serodoli, non lasciando fuori nemmeno un ettaro utilizzabile per impianti e piste.
Il paesaggio
I criteri paesaggistici sono valutati solamente con l’occhio dello sciatore, si sottolinea, mentre la stessa relazione evidenzia che il turismo invernale sulle Alpi è sostanzialmente stabile, mentre quello estivo negli ultimi 6 /7 anni è passato da 5 a 7 milioni di arrivi. E in Giudicarie come viene accolta l’opera? Paola Savinelli della sezione giudicariese di Legambiente ha raccolto oltre 1000 firme per il no, mentre Toffolon riferisce che alle Funivie di Pinzolo c’è preoccupazione e si teme per la redditività del collegamento.
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