Sequestrate 140 mila matite pericolose
L’indagine della guardia di finanza partita da una vendita promozionale I pastelli fatti in Cina senza marchio Ce e con potenzialità cancerogene
TRENTO. Quattro matitoni colorati. Verde, arancione, rosa e giallo fluorescente: un’attrazione per i bambini e anche per i genitori visto il prezzo in super offerta proposto a ridosso dell’inizio della scuola. Una tentazione per molti che, per fortuna, è diventato un acquisto solo per pochi. Sì perché quei pastelli sono stati definiti tossici da un laboratorio analisi che li ha analizzati dopo un’indagine della guardia di finanza trentina. 4.500 le matite sequestrate in circa duecento punti vendita trentini (serviti come distributore dal Sait che a sua volta li aveva presi da un grosso imprenditore di Correggio) ma l’operazione poi ha preso una dimensione nazionale portando a 140 mila il numero di pastelli «illegali» che sono stati messi sotto i sigilli. E gli ultimi sequestri sono scattati ieri mattina. «Qualche pastello - ha spiegato il colonnello Fabrizio Nieddu, comandante provinciale delle fiamme gialle - è stato venduto ma si tratta di un numero limitato rispetto a quello che è stato e che doveva essere messo in vendita. E questo grazie alla velocità delle indagini ma anche grazie al fatto che abbiamo fermato un carico nuovo da 65 mila pezzi appena arrivato dalla Cina».
Sì perché questa storia dei pastelli che vengono definiti tossici, parte dalla Cina. Lì vengono prodotti numerosi oggetti che finiscono nelle nostre case. In questo caso il punto di partenza sarebbe stata un’azienda «fidata» con la quale lavorano molte realtà italiane. E sempre senza problemi. La merce arriva a Correggio dove c’è l’importatore e primo distributore. Azienda importante e solida che fa partire i matitoni verso i vari distributori. E in Trentino arriva la sua parte, quasi 5 mila pastelli. Si tratta di merce che sarà venduta in offerta (a 1.80 euro) nei negozi serviti da Sait. E così il prodotto finisce sui volantini. È settembre, mancano pochi giorni all’inizio della scuola ed è il colonnello Nieddu che lancia una sorta di «piano scuola». «L’intenzione - spiega il comandante - era quella di controllare i prodotti destinati agli studenti, con particolare attenzione per quelli lanciati ad un prezzo basso». E la compagnia di Rovereto risponde subito. «Abbiamo controllato i volantini con le offerte legate alla scuola - ha spiegato ieri nel corso della conferenza stampa il capitano Emiliana Roselli - e c’erano questi pastelli. Siamo andati a controllare il primo giorno di vendita, la mattina poco dopo l’apertura, in due punti vendita a Rovereto e abbiamo scoperto che le confezioni erano prive di qualunque marchiatura Ce». E quindi non vendibili. «Ci siano spostati in un punto vendita ad Avio - ha proseguito - e la situazione era la stessa». Da qui si è risaliti al Sait centrale che ha dato la massima collaborazione facendo rientrare tutte le confezione che erano state da poco distribuite. In quel momento il problema era legato «solo» alla marchiatura Ce ma si è andati avanti fino ad arrivare all’importatore nella provincia di Reggio Emilia. La procura emiliana ha quindi chiesto delle indagini chimiche, meccaniche e radioattive sulle matite per capirci di più. Analisi che sono state eseguite da un laboratorio specializzato di Trento e l’esito fa venire i brividi. «Le analisi - ha spiegato ieri il comandante Nieddu - hanno messo in luce che la vernice esterna di una serie di pastelli fluorescenti è intrisa di Ftalati di tipo dehp per un valore 3 volte superiore a quello consentito. Una sostanza che la letteratura medica ritiene in grado di produrre effetti analoghi a quelli di un ormone estrogenante, ossia disturbi nello sviluppo dell’apparato riproduttivo maschile nonché danni al fegato, ai reni ed ai polmoni e possibili ulteriori effetti di ritardo nello sviluppo mentale dei neonati nonché cancerogeni». Il livello consentito è pari a 0.1, mentre sulla vernice esterna dei pestelli si è arrivati a registrare anche valori pari a 0.37. A questo punto è partito l’allarme a livello nazionale con gli ultimi sequestri scattati ieri mattina. Al momento mancano all’appello circa 12 mila pastelli «tossici» (non tutti infatti lo erano) e si tratta di quelli che probabilmente erano stati acquistati prima dell’intervento della finanza trentina. In provincia sarebbero poche confezioni.
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