«Sembrava di essere ancora sulla Concordia»
Renzo Roncher, passeggero della nave, racconta le emozioni provate guardando la rotazione
TRENTO. «Siamo stati in piedi tutta la notte a guardare alla televisione la rotazione della Concordia. E' stata un'emozione molto forte. Abbiamo provato molti sentimenti contrastanti». Renzo Roncher e moglie Wilma Cattoi, insegnanti di danza di Dro, sulla Concordia c’erano quella notte dell’inchino troppo vicino all’isola del Giglio. C’erano e hanno avuto una paura tremenda. Occupavano la cabina 6452, al sesto piano con balcone esterno e quel numero rimarrà impresso per sempre nelle loro menti.
Così si capisce che sono rimasti incollati al televisore per molte ore: «Siamo stati su fino alle 4 di mattina. Ed è scesa più di una lacrimuccia. Al Giglio ci eravamo tornati a gennaio per la cerimonia di commemorazione ed era stato molto toccante. Ci avevano invitati anche per andare a vedere la rotazione, ma non ce la siamo sentita di andare. L’abbiamo vista in televisione e già così ci ha suscitato molti sentimenti contrastanti. Abbiamo rivissuto quella sera tremenda. E, d’altro canto, ci siamo resi conto che siamo stati molto fortunati. Anche per questo non riuscivamo a staccarci dal televisiore. Questa sarà una cosa che non dimenticheremo mai. Ed è stato emozionante rivedere la nave. Dalla televisione si vedeva benissimo la nostra cabina al sesto piano. Così siamo tornati indietro nel tempo. Sembrava proprio di essere lì».
Roncher spiega che adesso c’è anche la speranza di recuperare le cose personali, i gioielli e i ricordi che avevano portato sulla nave: «Noi eravamo andati per ballare, per divertirci e avevamo portato gli ori di mia moglie. Erano in cassaforte. Wilma spera di poterli recuperare anche se non ci sono molte speranze. Il comandante De Falco, quello che diceva a Schettino di tornare a bordo, in televisione ha detto che sono arrivati dei sub di notte che sono entrati nella Concordia per rubare. Speriamo bene».
Roncher spiega che lui e sua moglie non hanno voluto far causa: «Ci hanno proposto di entrare a far parte di molte class action, abbiamo conosciuto personaggi incredibili che volevano fare cause milionarie, ma noi abbiamo preferito di no. Ci hanno restituito i soldi della crociera e poco altro, ma non abbiamo voluto fare causa. Da quel punto di vista siamo soddisfatti.