Scudo fiscale, tremano in duecento
I Paperoni che hanno fatto rientrare i capitali temono una nuova tassa
TRENTO. Tremano i duecento Paperoni trentini che hanno usufruito dello scudo fiscale. Tra le ipotesi avanzate per la manovra finanziaria c'è anche quella di una tassa aggiuntiva sui capitali scudati. Una fronda del Pdl ha chiesto una minitassa dell'1 o del 2 per cento, mentre il Pd chiede un'imposta del 5 per cento almeno. Ieri Berlusconi, all'opposto, ha avanzato l'ipotesi di uno scudo bis. In Trentino i capitali rientrati tra il 2009 e il 2010 sono stati pari a 263 milioni di euro.
Adesso i ricconi che hanno fatto rientrare in Italia pagando solo il 5 per cento in cambio della futura «immunità» si stanno iniziando a pentire. Lo scudo prevedeva che, dopo il rientro, non potessero esserci accertamenti da parte dell'Agenzia delle entrate o della Guardia di Finanza. In altre parole chi deteneva capitali all'estero aveva la possibilità di farli rientrare in Italia senza spiegare da dove venissero. Bastava pagare il 5 per cento all'erario. La misura era stata reiterata e la percentuale leggermente alzata. L'imposta, però, era talmente bassa da provocare un enorme rientro di capitali. In Trentino, secondo i dati della Banca d'Italia, sono rientrati 263 milioni di euro, oltre a quelli rientrati tramite istituti di credito di altre province. Le operazioni sono state circa 200. Questo vuol dire che adesso i Paperoni trentini stanno tremando perché temono che in fase di conversione del decreto per la manovra finanziaria vi siano delle brutte sorprese.
L'ipotesi avanzata da una parte del Pdl di un prelievo dell'1 o del 2 per cento non è di quelle sanguinose. Peggio andrebbe se dovesse passare la linea del Pd che chiede un'ulteriore tassa del 5 per cento. I timori dei Paperoni, però, si basano soprattutto sul fatto che non si sentono più tranquilli per il futuro. Credevano di aver sistemato tutto e adesso hanno paura che ogni volta il fisco vada a bussare alla loro porta.
Berlusconi ha subito pensato a rincuorarli con una proposta che va nel senso opposto a quello di un'altra tassa. Invece che caricare chi ha fatto rientrare i capitali, il premier pensa a incentivare altri rientri con uno scudo bis. In questo caso, i Paperoni sarebbero tranquilli e non solo loro. Anche chi non ha fatto in tempo ad approfittare del primo scudo fiscale avrebbe una seconda occasione. L'ipotesi è di uno scudo bis con una tassa del 7 o del 10 per cento. Se il gettito del primo scudo era stato di 5 miliardi di euro, soprattutto in forza dell'aliquota bassa, si spera di raggranellare qualche miliardo in più. Da ricordare, però, che all'estero esistono norme simili per il rientro di capitali accumulati all'estero, ma l'imposta va dal 20 al 30 per cento, a seconda dei casi. Il premier, invece, pensa ai saldi di fine estate. L'aspettativa è che il gettito del nuovo scudo possa essere di almeno 10 miliardi di euro.
Difficile, però, che ci siano tanti ricconi con capitali all'estero che aderiscano, soprattutto dopo l'ipotesi avanzata in un primo momento di applicare una nuova soprattassa sui capitali già scudati. Anche Tremonti è molto freddo su questa ipotesi. Quello che è certo è che regna la confusione. Per questo chi detiene capitali all'estero difficilmente si muoverà, mentre chi lo ha già fatto si sta pentendo amaramente e teme di dover pagare molto salato il conto della sua decisione.