Sanità, quando lo sponsor può fare la differenza
Donazioni per centinaia di migliaia di euro per finanziare progetti speciali. Da Jack Sintini a Melinda e tante associazioni. Con un pensiero ai bambini
TRENTO. La sanità trentina - come ha ricordato l’altro giorno il direttore generale dell’azienda sanitaria Luciano Flor - costa ogni giorno 3 milioni di euro, compresi Natale e Capodanno, perché la “macchina della salute” non si ferma mai. Ma una piccola goccia di questi tre milioni arriva dalla generosità di alcune persone, ma soprattutto associazioni e persone che contribuiscono con donazioni, sponsorizzazioni, lasciti o borse di studio. Sono decine le sponsorizzazioni registrate dall’azienda sanitaria nel corso del 2014, secondo un procedura che prevede il via libera di un comitato per garantire la trasparenza, soprattutto quando il denaro arriva da aziende farmaceutiche o da altre imprese che comunque potrebbero avere interessi in gioco.
Ha fatto notizia - nei mesi scorsi - la generosità di Jack Sintini, il pallavolista che alla sua vittoria contro la malattia ha dedicato un libro, ma non si è dimenticato dei giorni trascorsi in ospedale. Così ha donato alcune attrezzature utili per il reparto di pediatria dell’ospedale Santa Chiara (per un totale di circa 10 mila euro) senza dimenticarsi di quello che per un bambino che deve trascorrere alcuni giorni in un reparto d’ospedale può fare la differenza: televisore, play-station e una collezione di cartoni animati.
Ai bambini ha pensato anche l’Associazione Bambi che - oltre a una serie di donazioni in denaro per varie decine di migliaia di euro, raccolti con una capillare attività di eventi sul territorio, soprattutto nelle valli di Fiemme e Fassa - ha regalato anche alcune borse da viaggio su misura per i piccoli pazienti, che dovrebbero rendere meno “triste” il trasferimento in ospedale. E che dire della fondazione Luigi Negrelli che ha contribuito con 5 mila euro nel progetto di “umanizzazione pittorica” del Day Hospital pediatrico? Due parole “difficili” che significano disegni alle pareti nel tentativo di restituire un po’ di allegria ai piccoli pazienti.
C’è un signore (anonimo) che ha voluto ricordare la memoria della moglie finanziando (e poi prorogando) una borsa di studio: l’ultimo versamento è stato di 7.500 euro. Ma le donazioni più consistenti arrivano dalle associazioni: 30 mila euro dai diabetici della Vallagarina (per l’acquisto di una nuova attrezzatura); 19 mila euro dall’Associazione trentina fibrosi cistica; 25 mila euro dall’Associazione donatori di midollo osseo; 10 mila euro dalla Lega italiana contro i tumori; 40 mila euro dall’Associazione contro le leucemie. Ma la lista è molto lunga e comprende molte donazioni di aziende farmaceutiche (per somme non impegnative) che mettono a disposizione attrezzature oppure organizzano incontri di studio.
L’altro giorno in valle di Non è stato organizzato un incontro per ringraziare i benefattori. Così è emerso che solamente il Bim dell’Adige ha messo a disposizione 622 mila euro, ma anche Melinda ha contribuito alla sanità (con una donazione specifica per l’ospedale di Cles) e nell’elenco c’è anche il coordinamento delle Rurali di Non e Sole, il Gruppo Sanzenon e il circolo pensionati di Pejo che sono stati ringraziati dai vertici dell’azienda sanitaria.
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