nello spazio

Samantha, l’astronauta sarà anche chef

Per la prima volta l’Iss avrà una cambusa e sarà la trentina Cristoforetti a dedicarsi (anche) al «cooking in orbit» con prodotti italiani



TRENTO. Forse perché è donna, o forse perché è italiana ma sarà Samantha Cristoforetti, flight engineer e membro dell'equipaggio della spedizione Iss 42/43, a mettersi dietro i fornelli durante la spedizione nello spazio. Ma sarà una «prima volta» mondiale visto che mai sulla Iss c’era stata una cambusa. E la trentina Cristoforetti ai suoi titoli potrà aggiungere anche quella di primo chef a realizzare il «cooking in orbit». E i menù sono di quelli importanti. Sì perché l’ambizioso «programma per la nutrizione e la salute nello spazio e sulla terra», è basato anche su composizioni firmate dallo chef Stefano Polato. E così in mezzo all’spazio gli astronauti potranno gustare funghi porcini, riso, pollo, un minestrone di legumi e marmellate di fichi per la prima colazione. E anche tanto caffè espresso. Tutto rigorosamente italiano.

«Per la prima volta sulla Iss ci sarà una cambusa e Cristoforetti potrà realizzare il “cooking on orbit”, ovvero potrà preparare i suoi menù, combinando i diversi alimenti che abbiamo preparato per la missione Futura dell’Agenzia Spaziale Italiana» ha anticipato David Avino, ad di Argotec, la società torinese specializzata in menù per astronauti che porterà sulla Iss la prima macchina per il caffè spaziale, frutto di ben 3 brevetti di alta ingengeria e tecnologia e di una partnership con la Lavazza che ha realizzato speciali capsule adatte all’ambiente in microgravità. In linea con il progetto alimentare che Cristoforetti realizzerà e racconterà sul sito web Avamposto42 nell’ambito della missione Futura, la seconda di lunga durata, -circa sei mesi- dell’Agenzia Spaziale Italiana, «per Samantha abbiamo realizzato alimenti gustosi ma soprattutto sani e spesso basati sulle regole della nutrigenomica, la scienza che studia l’interazione fra gli alimenti che assumiamo e i nostri geni» spiega l’ad di Argotec. Per realizzare i menù per la missione dove parteciperà anche l’astronauta trentina, «sono stati necessari - spiega ancora Avino - anche sei mesi di ricerche, sono tutti prodotti termostabilizzati, disidratati e hanno una chef life di 24-36 mesi e non vanno in frigo. Sono tecnologie che esporteremo sicuramente sulla Terra, abbiamo appena lavorato con un equipaggio di velisti impegnati in una regata».

«La stazione - spiegava lo chef Polato - è internazionale per definizione, con persone di diversa provenienza e cultura, con tradizioni e gusti differenti di cui ho tenuto conto pensando ai momenti di condivisione tra Samantha e i suoi colleghi. Inoltre, attraverso la cucina è possibile trasmettere al grande pubblico alcuni concetti interessanti. In particolare, Samantha ci ha chiesto un bonus food che rappresentasse bene la sana alimentazione e il benessere psicofisico. L’astronauta, può essere pensato come una lente di ingrandimento, un esempio positivo tramite cui avere accesso a informazioni utili da applicare nella vita quotidiana sulla Terra. In particolare cercheremo di sottolineare quanto siano importanti i metodi di cottura: abbiamo selezionato quelli meno impattanti per l’alimento in modo da avere un pasto pronto, completo e con una shelf-life di almeno 18-24 mesi».













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