il dibattito nelle forze politiche

Sale il pressing dei partiti sugli ex «Restituite i soldi incassati»

TRENTO. Cresce il pressing dei partiti sugli ex consiglieri provinciali perché restituiscano i soldi ricevuti come anticipo dei vitalizi, ma finora senza risultati concreti visto che tra gli ex...


di Chiara Bert


TRENTO. Cresce il pressing dei partiti sugli ex consiglieri provinciali perché restituiscano i soldi ricevuti come anticipo dei vitalizi, ma finora senza risultati concreti visto che tra gli ex consiglieri trentini nessuno dei beneficiari si è finora mosso (mentre in Alto Adige in 7, tra Svp e Verdi, hanno già versato i bonifici sul conto del consiglio regionale). Bonifici in molti casi da centinaia di migliaia di euro, che sono solo la prima tranche di altri importi oggi congelati nel Fondo Family che verranno sbloccati a partire dal 2018. Somme che hanno fatto esplodere l’ondata di protesta di queste settimane.

Sull’onda dello scandalo vitalizi, il capogruppo Pd Mattia Civico è stato tra i primi a proporre alla maggioranza regionale di congelare le quote del Fondo Family non ancora liquidate. Ma i tre candidati alla segreteria del Pd - Elisa Filippi, Giulia Robol e Vanni Scalfi - sono andati oltre e hanno tutti chiesto con forza agli ex consiglieri di dare un segnale concreto restituendo quanto incassato per restituire così credibilità alla politica. Giacomo Bezzi (Forza Italia) si dice pronto a votare un disegno di legge che preveda la restituzione degli anticipi e un tetto massimo alla pensione di 1500-2000 euro (oggi sono 2900, ndr). Sul tema due giorni fa ha preso posizione ufficiale anche l’Upt, dopo i distinguo interni al gruppo provinciale di fronte alla proposta avanzata dalla giunta regionale. «Non sono plausibili, specie al giorno d'oggi, compensi e trattamenti così poco equi», ha detto il segretario uscente Flavia Fontana. Che sulla riforma del 2012 che ha previsto l’attualizzazione dei vitalizi (ovvero, a fronte di una riduzione del vitalizio mensile per gli ex, un anticipo saldato in blocco di quanto avrebbero percepito secondo la loro aspettativa di vita) dà un giudizio netto: «Il privilegio fa male. L’attualizzazione, così com’è stata fatta, è andata oltre la norma che prevede di rimborsare i contributi versati a proprio titolo. In questo caso invece si è versato ben di più. Credo abbia pesato la volontà di chiudere rapidamente la partita, e i freni di chi oggi invece invoca misure drastiche (leggi Svp, ndr)». Fontana è ottimista sul fatto che ci siano margini per agire in modo retroattivo: «Non esistono diritti acquisiti solo per alcuni, in questo caso i politici. Faccio notare che è già successo che le pensioni venissero bloccate o addirittura diminuite, come nel caso delle vedove». Quanto alla regolamentazione futura dei vitalizi, il segretario Upt non concorda con la proposta di Rossi e della giunta di togliere ogni pensione ai consiglieri: «Serve una riforma equilibrata ed equa - dice - non possiamo passare da un estremo all’altro. Se - come avviene oggi dopo la riforma - il vitalizio viene erogato in base a un sistema contributivo, ovvero calcolato sull’importo effettivamente versato come avviene per tutti i lavoratori, non credo che possano esserci proteste. Chiunque si rende disponibile a impegnarsi in politica, deve poter mantenere il proprio status previdenziale».

Un appello alla restituzione è arrivato ieri anche dal consiglio del Patt, riunito a Mezzolombardo. Approvato all’unanimità (un solo astenuto) un documento presentato dal presidente Walter Kaswalder in cui si chiede agli ex consiglieri provinciali del partito (tra gli altri Dario Pallaoro a cui sono andati 221 mila euro, Sergio Muraro, 278 mila, e il segretario oggi senatore Franco Panizza 116 mila) di versare quanto incassato sul conto del consiglio regionale che poi li girerà sul fondo che la giunta regionale ha proposto di istituire con finalità sociali. «Certe cifre enormi che abbiamo letto sono incomprensibili, la gente non capisce», dice Kaswalder. «Ci aspettiamo che il consiglio faccia una riforma seria che metta mano al passato per quanto possibile. E per i nuovi è giusto che ogni consigliere possa versare gli 868 euro che oggi vanno nel Fondo Family, nelle proprie casse previdenziali per garantirsi una pensione».

©RIPRODUZIONE RISERVATA













Scuola & Ricerca

In primo piano