Rovereto, rapinatore in tabaccheria punta la pistola alla tempia di un cliente
Il sangue freddo del tabaccaio Ottorino Zoller ha risolto la situazione: l'uomo, che aveva addosso un casco nero, è stato costretto ad abbassare l'arma ed è scappato
ROVERETO. «Togliti il casco, non puoi entrare così» ha intimato Ottorino Zoller (nella foto) al giovane in jeans e giubbotto da motociclista che alle 10.45 si è presentato nella sua tabaccheria. L’uomo, senza nulla rispondere, ha estratto una pistola automatica, l’ha caricata e l’ha puntata alla tempia di un cliente. «Rapina...fermi» balbettava agitato dietro la visiera fumè.
«Cosa fai? Stai calmo. Non fare sciocchezze» gli risponde Zoller. Il cliente intanto è di fronte al tabaccaio, con la canna della pistola premuta sulla tempia. «E’ uno scherzo» cerca di sdrammatizzare l’ex poliziotto, senza perdere la calma. L’altro cliente, un cinquantenne roveretano, rimane in disparte, paralizzato dalla paura. La pistola, un’arma automatica color metallo, sembra proprio vera. Zoller, d’istinto, compie mezzo passo e si trova ormai vicinissimo allo sconosciuto con il giubbetto e il casco neri. Dietro la visiera non si riesce neanche a scorgere una vaga fisionomia. Sembra deciso, ma molto nervoso. All’improvviso, Zoller coglie un’esitazione, il rapinatore si gira per un istante. Quanto basta a Zoller per avventarsi su di lui, abbassandogli la mano armata, la sinistra.
Lo sconosciuto arretra, poi guadagna di corsa l’uscita e scappa.
Il tabaccaio lo rincorre ma ha appena il tempo di vederlo in lontananza mentre, a cavallo di una moto, scende a tutta birra via Follone. La motocicletta era parcheggiata a pochi metri dalla tabaccheria, dietro l’angolo con via Dante. Zoller a questo punto chiama il 113 e la pattuglia del commissariato arriva in pochi minuti. Il cliente, agitatissimo, e il suo amico vengono accompagnati in commissariato per raccontare l’accaduto mentre vengono diramate le ricerche. Ma individuare un motociclista vestito con jeans e un giubbotto nero a cavallo di una moto di cui non si conosce né modello né targa, in una delle prime domenica assolate di primavera, con centinaia di bikers vestiti di scuro che scorrazzano sulle strade della Vallagarina è impresa con scasissime garanzie di successo.
Dopo i due testimoni principali tocca a Zoller raccontare la sua versione in commissariato, dopo aver chiuso la serranda della tabaccheria che gestisce da ormai 28 anni. Il commerciante è ancora scosso. «Sul momento ho cercato di disarmarlo, gli stavo per saltare addosso ma è scappato. E’ stata una reazione istintiva. Poi, a mente fredda, mi sono reso conto del rischio che avevo corso, e mi sono agitato» dice mentre chiude la serranda, come sempre, alle 12.30.
© RIPRODUZIONE RISERVATA