Rovereto, in 3 mesi il consiglio costa 70 mila euro

Liquidati i gettoni di presenza per il periodo gennaio-marzo. Ottima la partecipazione: meno di 1 assenza media a testa



ROVERETO. Dal primo gennaio al 31 marzo il consiglio comunale si è riunito 14 volte. Con la fase di approvazione del bilancio ad alzare un po’ la media rispetto al trimestre standard, ma anche con le vacanze (Natale e Carnevale) e il blocco sostanziale della vita amministrativa conseguenza proprio dell’esercizio provvisorio ad abbassarla. Il costo per il Comune è stimato in circa 70 mila euro. Che rapportati alla base annua, farebbero 280 mila.

La segreteria ha affisso all’albo pretorio le presenze di ogni singolo consigliere ed il corrispettivo versato ad ognuno per i gettoni di presenza. Ed il totale fa 50.900 euro di spesa per i soli gettoni. Il resto del costo complessivo del consiglio comunale è legato al personale impegnato per tutta la durata di ogni seduta ed alle spese vive di gestione dell’aula. Per completare il quadro va detto che il gettone spetta ai soli consiglieri (non agli assessori) e solo a quelli che non godono di indennità: il sindaco (che rimane consigliere) ed il presidente del consiglio si ritengono «pagati» con le rispettive indennità.

Ottima la presenza in percentuale dei consiglieri: la media fa qualcosa più di 36 presenti sui 38 ai quali spetta il gettone. Il sindaco è mancato una sola volta, il 29 gennaio, e la presidente Lorenzi tre volte, nettamente sopra media rispetto ai suoi colleghi. I quali, ragionando sempre in media, si sono assentati meno di una volta a testa su 14 occasioni.

Va da sè che la media fa sempre torto a qualcuno.

I più assidui, sempre presenti, sono una schiera fitta ed incoraggiante: Mario Airoldi, Viliam Angeli, Roberto Borghetti, Ivo Chiesa, Ciro D’Antuono, Carlo fait, Roberto Ferrari, Ornella Frisinghelli, Giuseppe Graziola, Alessio Less con Vittorio Pretti (nel senso che il primo è subentrato al secondo il 5 marzo, ma nessuno dei due è mai mancato), Renato Manzana, Federico Masera, Gianluca Merlo, Paolo Mirandola, Roberto Passamani, Pier Giorgio Plotegher, Gianpaolo Stiz e Mirella Stofella.

Stefano Boscherini è la «pecora nera», nel senso che è mancato a quattro sedute i 5, 6, 7 e 12 marzo. Ma a sua discolpa va detto che gli è nato un figlio ed è difficile fargli un torto per aver anteposto gli impegni di famiglia alle discussioni preparatorie del bilancio. E’ curioso però che proprio lui si sia visto accusare dall’assessore Frisinghelli (il “casus belli” che ha portato alla mozione di sfiducia delle minoranze, poi ritirata previo accordo martedì) di essere un “cacciatore di gettoni”. Come cacciatore, sarebbe un pelino scarso visto che fa peggio di tutti gli altri.(l.m)

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