Rossi: «Ridurremo i profughi a Marco» 

Il governatore dopo le proteste: «Alleggeriremo la struttura, anche per lavori di manutenzione. Ma non è un’emergenza»


di Andrea Selva


TRENTO. Non ha detto “quanti”, non ha detto “quando” e non ha detto “dove” andranno, ma il governatore Ugo Rossi ieri ha comunque detto chiaramente che un certo numeri di richiedenti asilo saranno trasferiti dal centro di Marco di Rovereto in modo da “alleggerire” la struttura e consentire anche alcuni lavori di manutenzione, in particolare agli impianti sanitari, che dovranno migliorare la situazione. Di questo si è parlato ieri in giunta provinciale con l’assessore Luca Zeni, dopo che nei giorni scorsi il Trentino ha denunciato le condizioni dei migranti di Marco, in seguito alle prese di posizione di padre Alex Zanotelli e di Vincenzo Passerini. Una situazione di cui si è occupato anche l’arcivescovo Lauro Tisi ma che Rossi ha comunque voluto ridimensionare: «La nostra Provincia è l’unica realtà ad avere un’istituzione di accoglienza (il Cinformi) e ha sempre garantito il rispetto delle quote assegnate - ha detto - e non è giusto parlare di emergenza, soprattutto in relazione ad altre situazioni, in Italia e all’estero, che sono davvero preoccupanti». Rossi ha quindi aggiunto che di fronte all’idea di essere spostati in un’altra realtà, sempre sul territorio trentino, alcuni migranti avrebbero espresso preoccupazione per la paura di perdere la possibilità di partecipare ai programmi di integrazione e alle attività culturali: «È la dimostrazione del buon lavoro che stiamo facendo nell’ambito dei nostri progetti di accoglienza» ha detto il presidente.

Da registrare infine una critica (o un appello, dipende dalle interpretazioni) ai Comuni trentini: «È chiaro che si può sempre migliorare e lo possiamo fare tutti assieme. Mi auguro che anche i Comuni la pensino in questo modo». Ma Rossi ha fatto anche capire che dai Comuni, invece di collaborazione, sono arrivati in passato pali tra le ruote: «In un’era in cui dovremmo lavorare ad accelerare i tempi burocratici, non possono verificarsi situazioni di Comuni che di fronte alla prospettiva di ospitare profughi all’interno di strutture sul loro territorio mettono in campo tutti i controlli immaginabili».

Sulla destinazione dei profughi di Marco (proprio mentre anche l’arcivescovo Tisi annunciava ulteriori disponibilità da parte della Curia) Rossi non ha voluto fornire dettagli: «È una mia scelta - ha detto - per evitare inutili spettacolarizzazioni sul tema dell’immigrazione dove c’è già stato abbastanza spettacolo». Attualmente nel campo del Basso Trentino ci sono 237 ospiti, per lo più ragazzi tra i 20 e i 25 anni.

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