Rossi: pronti a nominare una nuova commissione
Il presidente: «Prendiamo atto, la procedura è comunque salva. Strano Paese dove non può giudicare un progetto chi poi con quel progetto deve lavorare»
TRENTO. «Aspettiamo le motivazioni della sentenza, è presto per trarre delle conclusioni». Ugo Rossi si affida ad una frase di circostanza, quelle che si pronunciano di fronte a sentenze pesanti da incassare. Chi gli ha parlato ieri pomeriggio quando durante un incontro pubblico è arrivata la notizia del pronunciamento del Tar, lo descrive visibilmente colpito.
Il presidente della Provincia da ex assessore alla salute ha seguito in prima persona, e difeso strenuamente, l’appalto del Not. E oggi è costretto a commentare lo stop del Tar. A partire da quello sull’illegittimità della commissione aggiudicatrice: «Prendiamo atto che le indicazioni dei giudici sono diverse dal nostro agire - spiega Rossi - e se sarà necessario nomineremo un’altra commissione». «Noi le sentenze le rispettiamo, ma è strano vivere in un Paese dove in una commissione che deve scegliere dei progetti non ci possono essere le persone che con quei progetti poi devono lavorarci. È come se dovessi scegliermi un vestito e mandassi qualcun altro».
Per quanto riguarda invece l’altro aspetto della sentenza, che ha escluso due dei partecipanti alla gara tra cui il vincitore Impregilo, Rossi osserva che «la sentenza fa comunque salva la procedura». «Valuteremo il da farsi quando avremo le motivazioni ma vediamo positivamente il fatto che si possa andare avanti. Questo ci consente di mantenere l’obiettivo, che è avere un ospedale nuovo e di qualità nel giro di poco tempo. Tutti i progetti lo erano, quindi avremo la possibilità di valutare bene cosa fare quando avremo le motivazioni». «La preoccupazione sui tempi ce l’avevamo già nel momento in cui sono stati presentati i ricorsi, gli appalti sono sempre soggetti a ricorsi».
Ripensamenti sul project financing? «Queste sono chiacchiere ideologiche, in Italia sono pieni i tribunali di ricorsi pendenti dove il project financing non c’è, è una procedura utilizzata in tutta Europa e con la quale sono stati costruiti molti ospedali anche in Italia. Il fatto - conclude il governatore - è che viviamo in un Paese dove ci si concentra più sulle cose che si fanno, agendo con i ricorsi, che non su quelle che non si fanno».
Cerca di vedere il bicchiere mezzo pieno l’assessora alla salute Donata Borgonovo Re, che già ieri ha avuto un primo confronto con l’avvocatura della Provincia. «Questa sentenza è stata tagliata con un calibro di precisione - spiega - è vero che travolge la commissione giudicatrice ma al tempo stesso salvaguarda una parte importante della gara e i progetti di Mantovani e Pizzarotti sono ancora nelle nostre disponibilità. È probabile - ammette Borgonovo - che Impregilo ricorra in appello, ma noi possiamo nominare una nuova commissione».
Preoccupata per la bocciatura del Tar la Uil: «Avevamo dubitato dell’opportunità del project financing, evidenziando i problemi sorti con l’appalto dell’ospedale di Mestre - ricorda il segretario Walter Alotti - i tempi si allungheranno e si dovranno sprecare risorse per tenere in piedi il S.Chiara. Spiace ancora una volta stigmatizzare gli amministratori della sanità trentina che anche in questo caso avevano affidato una ricca consulenza ad esperti amministratori veneti per far filare dritta la procedura, pagandola assai cara (130.000 euro ?) come a suo tempo segnalato dalla Uil. All'elevato costo della non eccelsa sanità trentina possiamo ora purtroppo assommare una gestione perlomeno poco efficiente e superficiale».