Reumatologia e medicina unite Rivoluzione a favore del paziente

Inaugurato il nuovo reparto del Santa Chiara, che avrà 69 posti letto e potrà effettuare 2500 ricoveri Sala di controllo centralizzata con video seguiti dagli infermieri e maggiore comfort nelle stanze


di Daniele Pretti


TRENTO. Con l'inaugurazione del nuovo reparto di reumatologia e medicina interna, si chiude il primo degli undici cantieri, attualmente aperti all'interno dell'ospedale Santa Chiara. Potrà contare su una disponibilità di 69 posti letto e riceverà 2500 ricoveri, con un costo complessivo di un milione di euro. Un vero e proprio fiore all'occhiello perché supera le barriere tra i reparti e crea una sinergia tra pronto soccorso, cardiologia, medicina interna e reumatologia unificando una realtà che prima era divisa tra il sesto e settimo piano.

«Possiamo dire che non è più il paziente ad andare in ospedale, ma è l'ospedale che va dal paziente», scherza Spagnolli, primario di medicina interna: «Si tratta di una realtà che sono già venuti ad osservare da altre città e che è stata resa possibile anche per l' accordo esistente tra primari disponibili a trovare una comune forma di collaborazione».

Un paziente arriva in ospedale, cosa succede? «Prima viene valutato dai medici del Pronto soccorso. Può restare un periodo in astanteria, oppure essere direttamente trasferito in reparto. Qui a seconda della gravità (bassa, media o grave), viene allettato. Appena sfiora il materasso si attiva un monitoraggio sia visivo, tramite una telecamera, che attraverso tutti i dispositivi di controllo collegati al paziente. I dati convergono in una sala di controllo centralizzata, dove sono posizionati dei video sempre seguiti dagli infermieri». «É importante sottolineare – afferma il dottor Grattarola – come i lavori di ristrutturazione siano stati realizzati senza interrompere l'attività del reparto ed oggi possiamo offrire ai pazienti un maggior comfort, passando da stanze da 6 letti con bagni nei corridoi a camere da 4 con bagno interno».

Per il direttore generale Flor si tratta di una realizzazione più organizzativa piuttosto che edilizia e oggi si è completato un progetto ideato dalle precedenti direzioni sanitarie. Una realizzazione passata anche attraverso un centinaio di incontri organizzativi con il personale». Soddisfatto anche il primario di reumatologia Pangrazzi: «Il reparto di Reumatologia è nato nel 2008 ed è sempre stato l'unico a livello regionale. Oggi realizza un salto di qualità nella cura di una malattia che non è solo degenerativa, ma coinvolge altri aspetti sanitari ed è per questo che è importante essere riusciti a superare le divisioni tra i reparti, arrivando ad una realtà che è dalla parte del paziente, “costruita” sulla base delle sue necessità cliniche».

L'impatto? Positivo. Aspetto importante è che all'esterno di ogni stanza sono chiaramente riportati i nominativi dei medici che hanno in cura i pazienti con gli orari di ricevimento dei parenti: facilitare il rapporto col medico curante in un momento di difficoltà come un ricovero è molto importante. Una considerazione a margine: come cambia la vita di un ricoverato solo con un televisore. «Li ha regalati al reparto di nefrologia l’associazione Aned. Prima i pazienti si addormentavano allo spegnimento delle luci ed erano svegli alle 4. Adesso si addormentano verso le 22.30 e si svegliano alle 7: basta poco per vivere meglio».

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