Registro elettronico gratis Ora le scuole lo vogliono

Il software «Lampschool» è libero e già diffuso nel vicino Veneto e in altre regioni Raccolta fondi sul web per farlo dialogare con il sistema di gestione degli alunni


di Maurizio Zambarda


TRENTO. I software liberi sono ormai una realtà in costante crescita e la scuola non sta certo a guardare, compresa quella trentina alle prese con la dieta “dimagrante”. Quella che raccontiamo è una bella storia che vede protagonisti insegnanti illuminati con colleghi altamente specializzati, ore e ore passate ai computer e “collette” pubbliche per sostenere le spese vive. Iniziamo con parole come LibreOffice e Sodilinux (programmi), Ubuntu (sistema operativo) e WiiLd (la lavagna interattiva a basso costo) tutte entrate prepotentemente nei dizionari di molti insegnanti che le hanno fatte proprie trasformandole in buone pratiche didattiche.

Da qualche tempo se n’è aggiunta un’altra: Lampschool, un registro elettronico di classe open source a costo praticamente zero, che dovrebbe essere presente in ogni aula, ma di fatto non lo è. Il dipartimento scolastico si è occupato della materia a più riprese, prima con aziende “vicine” come Informatica Trentina, poi con altre presenti sul mercato. Lo stato dell’arte, però, rivela che ogni istituto si muove autonomamente con costi più o meno alti. La proposta stata raccolta dal vicino Veneto. «Attualmente Lampschool è distribuito liberamente in tutta Italia – spiega il professore Massimo Cunico, che con l’insegnate programmatore Pietro Tamburrano ha realizzato il software - e sono ormai decine gli istituti che lo adottano». È possibile procedere all'installazione ed alla manutenzione in modo autonomo – dice Cunico - «scaricando gratuitamente il software dal sito della rete delle scuole veronesi per la dematerializzazione (www.lampschool.it); è possibile anche richiedere il servizio hosting. I costi sono irrisori, soprattutto se confrontati con quelli dei registri elettronici commerciali».

Perché usare questo prodotto anziché quelli più rodati in commercio da tempo? «Perché lo vuole la spending review – risponde convinto Mario Varini, direttore dei servizi generali ed amministrativi dell’Ic Castellucchio Mantova – è open source, gratuito, prodotto da insegnanti per insegnanti ed efficiente: noi lo usiamo in due istituti. L’installazione è rapida e facile e si può caricare su qualsiasi webserver linux, anche in casa propria, con certificato Ssl e quindi con navigazione protetta».

Tra i promotori in Trentino c’è il vulcanico Matteo Ruffoni, professore all’Ic Ledro: «Attorno a questa proposta si sta muovendo tutta la provincia scolastica. Si tratta di un progetto flessibile, già distribuito in moltissime scuole italiane, affidabile come tutti quelli proposti dal Floss». In Trentino qualsiasi sia il registro di classe adottato questo deve dialogare con lo Sga (il sistema di gestione degli alunni): «Per questo motivo – spiega Ruffoni – abbiamo chiesto al programmatore Antonio Faccioli, che già si occupa di interfacciare Lampschool con il nazionale Sidi, di lavorare anche per lo Sga. Così con l’Ils (Italian Linux Society) abbiamo lanciato un crowdfunding che ci ha permesso di raccogliere 4.200 euro di cui 1.200 da donazioni. Molti istituti come quello di Arco, Isera, Valle dei Laghi, Ledro e Trento e anche il dipartimento stanno seguendo la vicenda con interesse».













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