Recupero forzoso, le «minacce» degli ex
Lettera di Rossi e Avanzo: «Trenta giorni per restituire quanto dovuto». I consiglieri: «Sperpero di denaro. Faremo ricorso»
TRENTO. Si va verso una nuova (ennesima) battaglia legale tra la Regione e gli ex consiglieri sulla questione dei vitalizi.
L’associazione degli ex consiglieri regionale, per bocca del proprio portavoce Claudio Taverna, annuncia che diffiderà la Regione e il consiglio regionale ad intraprendere qualsiasi iniziativa di recupero forzoso. Recupero che invece partirà, sulla base di una lettera firmata nei giorni scorsi dal presidente della Regione Ugo Rossi e dalla presidente del consiglio regionale Chiara Avanzo con un’intimazione di pagamento: 30 giorni dal ricevimento della missiva per restituire quanto dovuto, in caso contrario scatterà l’azione di Trentino Riscossione che può arrivare fino al pignoramento dei beni.
La decisione era stata assunta a fine luglio con una delibera di giunta regionale: in base alla riforma del 2014 che ha tagliato i vitalizi, restano da restituire 6.191.888 euro dovuti al consiglio regionale, di cui 4,8 milioni di anticipi dovuti dagli ex consiglieri che avevano optato per l'attualizzazione e di 1,3 milioni di anticipi erogati a consiglieri che non avevano ancora maturato il requisito anagrafico per il vitalizio.
La Regione agirà tramite Trentino Riscossioni, la società che si occupa di riscuotere i tributi. Il recupero coattivo dei crediti era stato promosso dall'Ufficio di presidenza del consiglio regionale il 22 dicembre scorso. Nel suo parere l'avvocato Paolo Biavati ha chiarito che è opportuno includere l'ente Regione nell'accordo con la società di riscossione, dal momento che solo la giunta regionale ha la piena e completa legittimazione a rappresentare la Regione. Constatato che Trentino Riscossioni può avvalersi di forme di ingiunzione di pagamento maggiori di quelle consentite alla Regione, per dare avvio alla procedura è però necessario che la Regione aderisca alla società acquistando un certo numero di azioni.
Ma gli ex non ci stanno. «I singoli ex consiglieri hanno a suo tempo tempestivamente diffidato il consiglio Regionale dal voler attivarsi con il recupero forzoso evidenziando l'impraticabilità giuridica di procedere per mezzo di Trentino Riscossioni con ingiunzione fiscale, vista la natura delle somme oggetto di contenzioso», scrive in una nota Taverna. «Laddove il recupero forzoso dovesse comunque essere attivato, i singoli ex consiglieri interessati proporranno rituale opposizione». Secondo l’associazione l'ipotesi di procedere al recupero coattivo delle somme oggetto di contenzioso «è la dimostrazione della impossibilità, da parte della Regione e del consiglio, di dare attuazione alle leggi approvate in materia, i cui principi generali sono stati già oggetto di dichiarazioni di incostituzionalità da parte della Corte Costituzionale». «Nonostante il quadro giuridico sia chiaro e noto da tempo - incalza Taverna - Regione e consiglio non vogliono attendere la decisione del Tribunale e della Cassazione sui procedimenti pendenti come la logica e questioni di economicità imporrebbero, preferendo - non certo a tutela del pubblico interesse, ma per mera demagogia - moltiplicare le procedure con un inutile aggravio di spese a carico anche dei due enti pubblici, spese che, a differenza degli ex consiglieri che stanno agendo sostenendo in proprio le spese, vengono poi riversate sulla comunità».
Risponde a distanza la presidente del consiglio Chiara Avanzo: «Gli ex ci diffidano? È un déjà vu, l’hanno già fatto sei mesi fa quando inviai loro la lettera di intimazione al pagamento. Abbiamo avviato un percorso congiunto, consiglio e Regione, io e il presidente Rossi abbiamo firmato un’ulteriore lettera, coerenti con la nostra linea. Abbiamo pareri legali che rafforzano la nostra tesi e andiamo avanti. Mi auguro che tra qualche anno l’esito di questa battaglia giudiziaria ci dia ragione e confermi la legittimità della legge di riforma dei vitalizi».
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