Ragioniere si intasca 200 mila euro dei clienti
Mariano Pisetta e la moglie accusati di appropriazione indebita ed evasione fiscale per 500 mila euro. Avrebbero ingannato alcuni imprenditori
TRENTO. Pensavano di essere a posto con il fisco. Avevano sempre versato tutto quello che veniva richiesto dal loro consulente Mariano Pisetta. Così, quando sono iniziati ad arrivare gli avvisi dell’Agenzia delle Entrate che chiedeva loro soldi, tanti soldi, sono caduti dalle nuvole. I titolari di alcune aziende della val di Cembra hanno avuto la brutta sorpresa dopo essersi affidati a Mariano Pisetta,ragioniere di 55 anni che già aveva patteggiato una pena di un anno di reclusione per una vicenda dello stesso tenore. Adesso il consulente è di nuovo nei guai.
Il pubblico ministero Alessandra Liverani nei giorni scorsi ha inviato a Pisetta e a sua moglie Nicoletta Fontana, accusata di fare da prestanome al marito che non poteva più esercitare in proprio dopo un fallimento, un avviso di conclusione delle indagini. Adesso i due, entrambi difesi dall’avvocato Zeno Perinelli, avranno venti giorni di tempo a disposizione per farsi interrogare o per indicare elementi da approfondire. Trascorso questo termine, l’accusa potrà chiedere il rinvio a giudizio.
Le accuse contestate a Pisetta e a sua moglie numerose accuse. La prima è quella di appropriazione indebita perché in concorso tra di loro, la donna come legale rappresentante e l’uomo come gestore di fatto dello studio di consulenza, si sarebbero appropriati indebitamente di 118.465 euro versati dalla Europavimenti e di 51.676 euro della ditta Mustafa Suade.
Pisetta si sarebbe fatto consegnare la chiavetta per le operazioni online e avrebbe trasferito soldi dai conti delle imprese sue clienti ai suoi. Non solo, i due al fine di evadere le imposte avrebbero alienato fittiziamente beni per un importo di 492.974 euro. Avrebbero anche distrutto delle fatture e altra documentazione contabile. Nel 2010, poi avrebbero anche omesso di fare la dichiarazione dei redditi evadendo le imposte per 85 mila euro. L’ultima contestazione è relativa al fatto che Pisetta era amministratore e socio di una società dichiarata fallita, la E.P. impianti termosanitari. Secondo la legge Pisetta avrebbe dovuto versare gli stipendi e gli emolumenti che incassava in quanto consulente al fallimento.