Ragazza violentata a Rovereto. Esame del dna su 70 immigati
Era nel centro del sobborgo e stava portando fuori il cane. Il governatore Rossi: "Esame del Dna su tutti gli ospiti della struttura di accoglienza"
ROVERETO. Una ragazza è stata violentata questa notte a Marco di Rovereto, adibita in questo pomeriggio a campo di prima accoglienza per immigranti e richiedenti asilo.
La donna stava portando fuori il cane nei dintorni del centro, quando intorno alle 2 è stata aggredita da una persona di colore, spiegano le forze dell'ordine a proposito di quanto riferito dalla vittima. In mattinata il questore di Trento Giorgio Iacobone, e il comandante dei carabinieri di Trento, colonnello Maurizio Graziano, si sono recati al centro della protezione civile che ospita gli immigrati, poi è stato convocato al Commissariato del Governo di Trento un Comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica, a cui ha partecipato anche il governatore Ugo Rossi.
Il sindaco di Rovereto, Andrea Miorandi, ha chiesto "l'immediata chiusura del Centro di accoglienza".
"Esprimiamo innanzitutto vicinanza e solidarietà alla vittima - ha detto il governatore Rossi - . Rimaniamo ora in attesa dell'esito delle indagini, che hanno un carattere straordinario e che prevedono l'effettuazione del test del dna sui 70 ospiti della struttura di accoglienza".
A margine dell'incontro il presidente Rossi ha sottolineato come sia necessario che il Governo e il Parlamento si attivino al fine dell'adozione misure che, nel rispetto della dignità e dei diritti delle persone, possano consentire l'esercizio di un maggiore controllo su situazioni delicate come quella dei campi profughi, a tutela dei diritti dei cittadini.
«Il sindaco deve rifiutarsi di continuare a ospitare profughi e non è la prima volta che lo diciamo». A parlare è Maurizio Fugatti, segretario della Lega Nord del Trentino ed ex parlamentare leghista, che con il consigliere provinciale Claudio Civettini e due consiglieri comunali di Rovereto ha convocato nel pomeriggio una conferenza stampa a Rovereto, davanti al cancello del centro di accoglienza per profughi della frazione di Marco, dopo avere appreso che una ragazza ha denunciato uno stupro subito nella notte e che per gli ospiti del centro è stato disposto il test del Dna.
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«Siamo venuti qui davanti al campo profughi il giorno successivo all'arrivo dei primi ospiti - hanno proseguito i leghisti - e ci siamo tornati anche in solidarietà ai volontari che preparano i pasti, quando questi hanno protestato perchè qui le persone vanno e vengono e non si sa mai quante siano». «Auspichiamo che fatti così non accadano più - aggiunge Fugatti - in ogni caso noi avevamo messo in allerta e detto che non è giusto accoglierli». «Se sia stata una persona del centro a compiere la violenza - conclude - lo dirà il test del Dna, ma per noi non cambia nulla. Non si può continuare col centro. Potrebbe anche essere una persona scappata. Se invece verrà dimostrato che è vero che è stato uno dei profughi, è ancora peggio».