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Quote profughi, Trento convince Minniti

Zeni e Kompatscher: «Gestiamo noi la distribuzione nei Comuni». Centri di rimpatrio in ogni regione, ancora nulla sul sito


di Chiara Bert


TRENTO. «Dallo Stato mi aspetto una visione complessiva, integrazione e rigore, accoglienza e controllo dei flussi. Così la questione profughi diventa gestibile». L’assessore alle politiche sociali Luca Zeni esce soddisfatto dell’impostazione che il neo ministro dell’Interno Marco Minniti ha presentato ieri alle Regioni sul tema dei migranti. E l’assessore rientra a Trento anche rassicurato su un nodo delicato, quello delle assegnazioni e della distribuzione dei richiedenti asilo. Ieri in Conferenza Stato-Regioni il governatore altoatesino Arno Kompatscher e Zeni sono intervenuti chiedendo che Roma continui ad assegnare le attuali quote alle due Province (0,9% a Trento e 0,9% a Bolzano), lasciando alle due Province la distribuzione interna.

La preoccupazione palesata da Trento era che il nuovo modello di assegnazioni «per Comune» elaborato dall’Anci per favorire un’accoglienza diffusa nei Comuni che oggi sono refrattari (6 migranti per ogni Comune fino a 2 mila abitanti e 2,5 per ogni ulteriori mille abitanti) creasse una disparità con Bolzano, che ha meno Comuni rispetto al Trentino (116 contro 178): assegnare l’1,8% dei profughi alla Regione avrebbe rischiato di creare tensioni con i vicini altoatesini, ma il pericolo sembra scongiurato dai cenni di assenso del ministro durante l’intervento di Kompatscher.

Dall’incontro di ieri non sono invece arrivati chiarimenti sulla collocazione in regione di un Cie, dopo che nei giorni scorsi dall’Alto Adige era filtrata l’ipotesi dell’ex poligono militare a Roveré della Luna. Minniti ha chiarito che i nuovi Centri di identificazione ed espulsione saranno «centri di rimpatrio dei migranti irregolari», «una rete di strutture di piccole dimensioni, con capienza complessiva di non oltre 1.600 posti, lontane dai centri abitati», su cui ci sarà il «coinvolgimento pieno delle Regioni».

Considerando che ognuno di questi centri dovrà ospitare un centinaio di migranti, il ministro ha di fatto confermato l’intenzione di prevedere un Cie in ogni regione. «Fino ad oggi le espulsioni non hanno funzionato», commenta l’assessore Zeni, «il ministro ha spiegato che i Cie saranno diversi rispetto al passato, con un garante a tutela dei diritti dei migranti. I rimpatri forzati stanno dentro un piano fondato su due pilastri, accoglienza e rigore, politiche di cooperazione internazionale, maggiore controllo dei flussi dalla Libia, accelerazione dei tempi di valutazione delle domande di asilo, lavori di pubblica utilità per i profughi. Sull’accoglienza diffusa e il volontariato il modello trentino può essere di esempio».

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