Quelli che... salutano la politica

Molinari e De Torre lasciano il Parlamento. L’ex sindaco di Riva: «Provinciali? Al momento non rispondo»



TRENTO. Per saperne qualcosa di più sul suo futuro invita a bersi un caffè insieme il 15 marzo prossimo nei dintorni della sede UniCredit dove tornerà a fare il bancario. Visto che il giorno prima verranno sciolte le Camere e per il senatore Claudio Molinari, che non ricandida, sarà l’esordio da “libero cittadino”, mettiamola così, lontano da palazzo Madama dopo quasi 7 anni. Che l’ex sindaco di Riva del Garda, ex presidente comprensoriale, ex assessore provinciale e tra un po’ex senatore, si metta definitivamente in panchina nessuno ci crede, sinceramente. Non solo perché è ancora giovane e sfugge quindi alle mode “rottamaiole”, è del ’56, ma pure per il fatto che, in vista delle provinciali, è più che mai abbottonato, e, stringi stringi, non dice alcunché. Ed è già un messaggio. Che sia uno dei pezzi da 90 della politica trentina è difficile metterlo in dubbio, se non altro perché non ha mai mancato di mandarle a dire a nessuno, neanche, fosse ritenuto necessario, all’ex governatore Dellai. Certo non gli deve aver giovato il transitare dal Pd all’Api di Rutelli che ha deciso di saltare un giro. Ma è altrettanto vero che Molinari non lesina la sua presenza a fianco, alla sua destra, sul tavolo dei relatori, del montiano aspirante deputato Dellai e alla sua sinistra del giovin Vittorio Fravezzi che punta a palazzo Madama, rappresentante del centrosinistra autonomista. Come successo pubblicamente l’altra sera in Busa. Come dire, che tutto si tiene. L’area è quella, la galassia dell’ex sinistra democristiana, poi Margherita, quindi Upt, che la barra al centro, dentro il centrosinistra ma non solo, l’ha sempre tenuta, eccome. «Beh - dice il senatore - Fravezzi lo sostengo perché candida per la coalizione alla quale appartengo nel collegio di Rovereto, di cui finora sono stato il rappresentante. E Dellai perché ho condiviso fin dall’inizio la sua opzione per la lista Monti». Che qualcosa in vista delle provinciali vorrà pur dire anche se il senatore glissa, per ora. Lista Api alle provinciali? «Ho visto che è stata fissata la data del voto, a ottobre. Alla sua domanda non so rispondere». E rinnova l’appuntamento a metà marzo.

Chi, invece, ha già deciso tutto, e con largo anticipo, è Maria Letizia De Torre. «Con la politica attiva ho smesso e, attualmente, non mi sto spendendo per nessuno», afferma. Di carriera comunque ne ha fatta, anche se nell’ultima legislatura, classifiche alla mano, non è che sia stata un granché prolifica di proposte. La focolarina De Torre è partita dagli scranni del consiglio comunale di Trento (è stata anche assessore), per l’allora Partito popolare, fino ad arrivare alla carica di sottosegretario al ministero della Pubblica istruzione con il secondo governo Prodi. Alla Camera ci sta dal 2006, l’ultima volta eletta col Pd nelle Marche. Ma da Roma non si allontanerà. Docente di matematica, ha chiesto e ottenuto il trasferimento nella Capitale. E lavorerà al Movimento politico per l’unità, scuola di formazione per i giovani e di rinnovamento della politica costituita da “Obiettivo fraternità”, associazione che si ispira al Movimento dei Focolari fondato dalla trentina Chiara Lubich.(pa.pi.)













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