Prevenzione frane: reti per proteggere il Colodri

Arco, sono iniziati i lavori di consolidamento della parete che sovrasta Prabi Il sindaco Betta: «Territorio fragile, dobbiamo prevedere gli eventi più grandi»



ARCO. La frana che un paio di giorni fa si è staccata dalla parete del monte Biaina, precipitando sulla strada che collega Varignano a San Giovanni al Monte, ha riacceso il dibattito sulla pericolosità idrogeologica del territorio di Arco. Quest'ultimo distacco roccioso è andato ad aggiungere un altro fronte ai diversi che già preoccupano, ormai da qualche anno, l'amministrazione comunale, ovvero il monte Colodri, la rupe del castello, il Brione, l'olivaia sopra Massone, i Gazzi “alti”.

Nessuna zona, dunque, può dirsi completamente al riparo dal rischio smottamenti. «E' la morfologia del nostro territorio a renderlo potenzialmente instabile – spiega il sindaco Betta – visto che viviamo circondati dalle montagne e dalle pareti rocciose. Da una parte l'ambiente è la nostra linfa vitale e il migliore dei biglietti da visita che utilizziamo per attrarre i turisti, con benefici per la nostra economia, ma dall'altra è fonte di inevitabili timori proprio perché può succedere ovunque e in qualunque momento che qualche sasso si stacchi dalla roccia. Lo ha dimostrato la frana di giovedì scorso sul monte Biaina che non era certo considerata una delle situazioni di maggiore pericolosità, almeno in questo momento. Non bisogna essere fatalisti e neppure remissivi ma si deve capire che viviamo in un contesto che ha i suoi pregi e i suoi difetti. Dobbiamo essere in grado di prevedere e prevenire eventi di grande importanza, ed è quello che stiamo facendo, ma ogni singola scarica di sassi è impossibile da diagnosticare. Tanto per capirsi: la frana di giovedì ha evitato tutti i sistemi protettivi che erano stati posizionati, qualche anno fa, proprio per una simile eventualità. Come amministrazione portiamo avanti la politica del passo dopo passo affrontando un problema alla volta».

In tal senso, hanno preso il via nei giorni scorsi i lavori di consolidamento della parete del Colodri, sopra la chiesetta di Prabi, nei pressi della celebre ferrata percorsa migliaia di volte all'anno. L'opera, in base al progetto dello Studio InGeoFor di Trento, prevede una spesa complessiva di 155.000 euro di cui circa 100 mila di lavori. L'intervento è stato assegnato all'impresa Dallapè di Pietramurata per l’importo netto di 66 mila euro e dovrebbe completarsi entro marzo. In questi giorni, anche tramite l'ausilio di un elicottero, è iniziata la posa della rete di contenimento a maglia rinforzata e la chiodatura della rete a fune vincolata alla parete dopodiché si passerà al posizionamento di barbacani in calcestruzzo armato sotto i blocchi rocciosi così da ancorarli. L'altra priorità, come detto, è al Brione. «Siamo in dirittura di arrivo con la perizia – commenta il sindaco – che dovrebbe essere pronta nel giro di un mese. E' stato un lavoro certosino, completo, che ci permetterà di capire il grado di rischio e quindi come muoverci». (gl.m.)













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