Prende 600 euro di pensione e finisce sotto un ponte
Arturo Giannini, ex elettricista di 75 anni, è stato sfrattato cinque mesi fa e da allora dorme accanto alla ciclabile
TRENTINO. Cinque mesi sotto il ponte della tangenziale perché non può pagare l’affitto. È la storia di Arturo Giannini che a 75 anni, dopo una vita di lavoro come elettricista, prende 600 euro di pensione. Non questi quattro soldi non ce la faceva a pagare l’affitto. Così cinque mesi fa è stato sfrattato. Adesso la sua casa è l’intercapedine sotto il ponte della tangenziale, sulla ciclabile. Dall’altra parte di via Sanseverino sta sorgendo un quartiere lussuoso e Arturo guarda il legno e le pareti vetrate dell’ex Michelin da dentro il suo vecchio sacco a pelo. Dorme tutto imbacuccato dentro il sacco e adesso sta per arrivare l’inverno. Lui, però, lo fa con grande dignità. Un’amica gli fa usare la lavatrice e il bagno. Così si può tenere pulito e in ordine. Per mangiare usa il fornelletto e non si butta giù. Ha ancora una straordinaria dignità e una grande forza d’animo. E, soprattutto, non mostra rabbia. Neanche quando dice di aver provato a far domanda per un appartamento dell’Itea. Davanti a lui in graduatoria, però, ci sono 200 persone, gran parte stranieri. La dimostrazione di come la crisi stia colpendo durissimo anche in Trentino.
La storia di Arturo dimostra come possa accadere a chiunque di finire sotto un ponte. Lui ha lavorato per 27 anni a Trento. Non è una persona ai margini della società. Ha pagato le tasse e fino a poco tempo fa aveva anche una casa. Faceva fatica a vivere. Con quei 600 euro al mese avrebbe potuto vivere, ma aveva bisogno di un alloggio pubblico. Un alloggio che, in tempi di crisi, l’Itea non è in grado di dargli perché ci sono molte famiglie che non ce la fanno. Così la strada verso il ponte è stata obbligata.
Arturo racconta la sua storia in un video raccolto dal consigliere comunale Claudio Cia che racconta la storia sul suo sito internet e ha anche presentato un’interrogazione in Consiglio comunale per chiedere un intervento al Sindaco.
Effettivamente la storia di Arturo fa scalpore. Pare impossibile che non ci sia la possibilità di un intervento da parte dell’ente pubblico. Per questo motivo Cia chiede un intervento urgente al sindaco per trovare una soluzione.
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