«Portela, non siamo fermi e incontrerò i residenti»
Il sindaco al comitato: potenziati i controlli serali, collaborazione dagli esercenti E sulla rivolta per Casa Pound: «Vigileremo, ma non possiamo mandarli via»
TRENTO. Da un lato c’è il comitato di Torre Vanga che minaccia di denunciare il Comune se entro gennaio non arriveranno fatti contro il degrado della zona, fatto di spaccio, prostituzione, risse. Dall’altra il comitato dei residenti di via Marighetto, che si ribellano a Casa Pound e all’idea di vivere in un quartiere «militarizzato». Problemi diversi che incalzano il sindaco Alessandro Andreatta sui tema della vivibilità e della sicurezza in città.
Sindaco, cominciamo dalla Portela. Venerdì un nuovo blitz antidroga ma i residenti minacciano azioni legali contro il Comune. Preoccupato?
Rispondo che stiamo agendo e che delle quattro azioni decise un mese fa, tutte stanno marciando. Le panchine sono state tolte, come annunciato, ma solo per impedire di bivaccare. Tra poco metteremo delle nuove sedie perché non rinuncio al fatto che la gente possa sedersi davanti al monumento ai caduti o a Torre Vanga.
È vero che lei era perplesso all’idea di togliere le panchine?
Io dico: togliamo ogni alibi. Abbiamo rimosso panchine che consentivano di sdravaccarsi e potevano essere un fattore di degrado, ma presto ne arriveranno di nuove. Perché le panchine sono un elemento di qualità per una città.
Capitolo telecamere. Non rischiamo di vivere nel mirino del Grande Fratello?
No, perché sono solo uno dei vari interventi che abbiamo messo in campo. Abbiamo già fatto un sopralluogo curato dalla polizia municipale e dai nostri uffici tecnici, e abbiamo deciso dove collocarle in piazza della Portela e in piazza S.Maria Maggiore.
Quali tempi per l’avvio?
È difficile dirlo. È in corso l’iter per l’acquisto ma l’ultima volta erano serviti due o tre mesi in più del previsto e poi occorre collegarle perché le immagini raggiungano le forze di polizia e il Comune.
I residenti chiedono più presenza delle forze dell’ordine.
È il terzo fronte su cui ci siamo mossi e per fortuna alcuni ce l’hanno riconosciuto. Polizia e carabinieri si sono organizzati anche nei turni, per garantire una maggiore presenza nella fascia più critica, tra le 18 e la mezzanotte. E infine c’è il rapporto con gli operatori economici, dove abbiamo trovato belle collaborazioni.
Eppure gli abitanti accusano anche i locali e chiedono aree decentrate per la movida. Cosa risponde?
Io ho avvertito una corresponsabilità degli esercenti, parlo anche di cose semplici, come fornire bicchieri di carta invece che di vetro, o pulire la sera alla chiusura. Quanto alle zone per la movida, non è il sindaco a poter decidere i posti dove i giovani e gli studenti decidono di incontrarsi. Va trovata una convivenza tra residenti, locali e studenti. Possiamo creare le condizioni per differenziare: spazi in città, perché non vogliamo buttare gli studenti fuori, e dall’altra posti un po’ più esterni, ma raggiungibili con i mezzi pubblici, per eventi più straordinari.
Incontrerà il comitato di Torre Vanga?
Lo farò. Gli interventi sulla città vanno condivisi e ognuno deve fare la propria parte. Se il comitato ha altre proposte le vaglieremo e andremo avanti insieme. È un problema complesso e non ci sono soluzioni semplicistiche.
Cosa intende?
Siamo pronti a fare anche altro perché nessun metro quadrato di città può essere ceduto a pochi. La città è di tutti.Ognuno deve poter vivere lì, lavorare lì e passare di lì in libertà e tranquillità.
Cosa si sente di dire ai residenti di via Marighetto che si ribellano a Casa Pound?
La linea resta quella della massima vigilanza, valuteremo cosa fanno. La legge è chiara, c’è un contratto privato su cui non posso intervenire. Ma sapremo capire se si va oltre.
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