«Politici, un divario scandaloso»
La città esorta a tagliare le indennità: «Appello giusto, continuate così»
TRENTO. Tagliare subito, senza se e senza ma. Per questione di equità, di decenza e di situazione contingente, che esige sacrifici da parte di tutti. Dopo i lettori, è la città a esprimersi sull'appello del Trentino a ridurre lo stipendio ad assessori e consiglieri della Provincia. Ed è un plebiscito, quello che ne esce, a favore di una sforbiciata vigorosa alle super indennità, con l'invito al nostro quotidiano a proseguire a testa d'ariete con la campagna finché la cura dimagrante non sarà compiuta.
I trentini, in giro per la città sotto il solleone, si uniscono d'impeto al plotone dei cinquemila che hanno firmato l'appello a tagliare del 20 per cento l'indennità agli assessori e del 10 ai consiglieri. Oltre 4700 i lettori che lo hanno sottoscritto sul sito, cui vanno aggiunti circa 500 tagliandi per posta. Quasi tutti gli interpellati sanno della campagna e la condividono. In pochi sono al corrente del fatto che i capigruppo dei principali partiti si sono espressi a favore di un taglio delle indennità (immediato) del dieci per cento. E si dicono scettici che la promessa venga mantenuta. Segno di una forte sfiducia in una classe politica vista come una casta di intoccabili.
Così la pensa Giuseppina Zotteri, pensionata di 84 anni, che ha sentito della campagna e la ritiene sacrosanta: «Prendo 460 euro al mese di pensione, per fortuna ho anche il vitalizio di mio marito. Ma tanti della mia età non posso permettersi una fetta di prosciutto, mentre i nostri politici hanno la diaria e fanno il bunga-bunga. Vergognose le cifre che prendono, insistete e andate avanti». Plaude anche Maria Nicolussi, impiegata: «Iniziativa notevole, bravi. Altro che demagogia, questa è una questione di giustizia. Compensi da 14 mila euro mensili per un consigliere sono esagerati. Bisognerebbe tagliare molto di più». Concorda l'amica Rosarita Ragozzino: «Chi dice che lavora tanto e merita tutti quei soldi, si ricordi che anche noi lavoriamo tanto, ma prendiamo molto meno. Serve sobrietà».
Paolo Carli sottoscrive idealmente l'appello, ma sprona ad andare oltre: «Va bene il taglio, ma bisogna fare di più e ridurre i vitalizi. Non è giusto che in un mandato uno si porti a casa più di quello che un altro ottiene con 40 anni di contributi. E via anche la diaria: io faccio 40 chilometri al giorno, ma la benzina non me la paga nessuno». Lidia e Riccardo Gardi, pensionati ultraottantenni, puntano il dito sugli extra: «Ci sono consiglieri che fanno un altro lavoro e prendono il doppio stipendio. Tagliamogliela, l'indennità». Iris Pedrotti, barista e madre di due figli, vorrebbe far vivere i politici trentini con il suo stipendio: «Mille euro al mese, vorrei vedere se ci stanno dentro. O a mangiare e pagare l'affitto come fa mia mamma con 450 euro al mese di pensione».
Mario Caumo, autista di autobus, ha seguito per filo e per segno la campagna del Trentino e le reazioni dei politici, ma teme che tutto sfumi in una bolla di sapone: «Firmo subito per la riduzione di 1400 euro - dice -, ma scommetto che il giorno dopo loro si daranno un nuovo aumento di 1500 euro. Bisognava togliere i privilegi ancora 20 anni fa». D'accordo con il ribasso la giovane mamma Carla Gallazzini, «Ma a patto che non sia di 300 euro, altrimenti è ridicolo». L'amica Morena Morelli è con lei: «Abbiamo figli, facciamo tanti sacrifici. E' ora che ne facciano anche i nostri amministratori». L'impiegato Dennis Simonetti è convinto che il bravo politico vada premiato: «Però quando si esagera con gli stipendi non va bene. Va ridotta la forbice tra i loro compensi e quelli dell'operaio».
Il giornalaio Paolo Comper è favorevolissimo ai tagli («anche alle pensioni») ed esprime delusione per la posizione incerta di alcuni consiglieri: «Conosco Rodolfo Borga da tanti anni, lo considero corretto. Mi spiace averlo sentito poco convinto del taglio». Infine la giovane Irene Facchin: «Bella iniziativa, insistete. Però è improbabile che la proposta passi».