Pedrotti, «eroe» e star in tv, nei guai per l’arte a Trento

Diventato famoso per avere offerto un lavoro al ladro che aveva fatto arrestare, era finito sotto accusa in tribunale



TRENTO. É diventato un personaggio tv, richiesto dai talk-show di Rai e Mediaset, e anche una “star” su internet. Ma Paolo Pedrotti, trentino che in provincia di Firenze ha fatto arrestare un ladro e poi capendone lo stato di indigenza gli ha offerto un lavoro, nella sua città è noto anche per altre vicende, meno edificanti.

La sua attività di gallerista d’arte gli ha procurato diversi guai con la giustizia e una fama non certo invidiabile nel mondo dell’arte, che frequenta - dice chi lo conosce - praticamente da sempre. Un mondo dove il rischio di trattare la “crosta” esiste sempre. Tuttavia Pedrotti, noto tra l’altro per essere stato socio della galleria “Arte e Viceversa” in piazza Lunelli, è finito in situazioni poco chiare in più di un’occasione. Come quando, nel 2007, un collezionista gli affidò una preziosa tela di Filippo De Pisis. Pedrotti si era dichiarato disponibile a trattarne la vendita presso la famosa case d'aste Sotheby's di Londra. Ma improvvisamente il proprietario, un biellese di 60 anni, perse le tracce del mediatore. Scattate le indagini, i carabinieri e la squadra di polizia giudiziaria della Procura di Biella scoprirono che la tela si trovava presso un noto collezionista veneziano, che a sua volta lo aveva avuto in affido dal trentino con l'incarico di trattarne la vendita. Intanto, da Venezia il dipinto era approdato nei saloni di "MiArt", la rassegna milanese che per l'occasione aveva deciso di dedicare anche uno spazio speciale alle opere De Pisis. Tra queste c'era il quadro del biellese (l'opera “Case coloniche”, olio di 60 X 58 cm valutato 50 mila euro). Durante l'esposizione il collezionista veneziano era venuto a sapere che i carabinieri di Biella stavano indagando sulle sorti del dipinto e aveva così deciso di consegnarlo spontaneamente agli investigatori. Pedrotti aveva rimediato un’accusa di truffa aggravata.

Il nome di Paolo Pedrotti compare nelle cronache anche nel 2003, quando fu assolto dall’accusa di essersi appropriato di un quadro di Aligi Sassu, consegnatogli in conto vendita (per un valore concordato di 9 mila euro) da un collezionista. Era però emerso da una lettera che quest’ultimo avesse ricevuto un regolare pagamento. Il pubblico ministero aveva quindi richiesto e ottenuto l’assoluzione “perché il fatto non sussiste”.

Vicende giudiziarie a parte, Pedrotti vanta un rapporto profondo con l’arte, maturato fin dall’età giovanile. Sulla sua pagina Facebook scrive: «La cultura, la conoscenza, l'Arte... sono la mia linfa vitale». Diplomato al liceo artistico di Trento nel 1979, studente a Sociologia, il gallerista ha spiegato al quotidiano “Il Tirreno” di avere una certa dimestichezza con i mezzi di comunicazione. «Dirigo un museo a Roma - racconta - il museo monografico dedicato ad Andrea Piccini». Ha anche chiarito perché si trovasse a Cerreto Guidi, in provincia di Firenze, dove è avvenuto il tentato furto. «Sto curando le vendite del complesso immobiliare perché appartiene al proprietario del museo». Pochi giorni fa aveva sorpreso un uomo di 54 anni a rubare 18 chili di rame dalle cassette di derivazione della corrente della residenza. Dopo averlo fatto arrestare, però, aveva saputo delle condizioni disperate del ladro e con una lettera sullo stesso quotidiano ha offerto un lavoro a lui (giardiniere) e alla moglie (pulizia appartamenti) nello stesso complesso residenziale. Di 8 euro l’ora la paga, contro i 60 che avrebbe fruttato la vendita del “bottino” in rame.

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