Pdl, tutto da rifare: Roma non ricuce: serve un altro vertice
Posizioni immutate davanti a Verdini, Santanchè e Gasparri. Biancofiore: decide Silvio. Leonardi: rispettare i congressi
TRENTO. Stando assieme al governo, si finisce per condividere molte cose. E così anche il Pdl sembra aver imboccato la strada ben nota al Pd, quella degli incontri decisivi che partoriscono poi soluzioni rinviate. Ieri a Roma doveva essere il giorno della verità, nella querelle che da mesi vede contrapposti i vertici trentini del partito a Michaela Biancofiore. E invece servirà un’altra settimana per sapere come finirà. Ma a differenza del Pd, in questo caso a decidere sarà una sola persona: ovviamente Silvio Berlusconi. A cui il coordinatore nazionale Denis Verdini, Daniela Santanché e Maurizio Gasparri prospetteranno l’esito del confronto di ieri, che nella sede nazionale del partito in via dell’Umiltà ha visto contrapposte due corpose delegazioni. Quella di stretta osservanza trentina guidata ovviamente da Giorgio Leonardi e Cristano de Eccher, scesi nella capitale assieme a Mauro Delladio, Piergiorgio Plotegher, Aventino Frau e al sindaco di Tione mattia Gottardi. Di fronte, a spalleggiare l’“amazzone”, un altro sestetto: Giacomo Bezzi (già designato candidato presidente alle provinciali dalla stessa Biancofiore), il sindaco di Andalo Paolo Catanzaro, Roberto Campana, Francesco Campisi, Claudia Povoli e Nicola Giuliano.
Su quale delle due cordate rappresenti la maggioranza dello stremato Pdl trentino, il dibattito è aperto. Senza dimenticare che le cariche di Leonardi (coordinatore provinciale) e de Eccher (cordinatore egionale) sono scaturire dal voto congressuale degli iscritti, mentre il commissariamento affidato alla Biancofiore è venuto con lettera autografa dallo stesso Cavaliere. E forse proprio per questo, non annunciato, all’incontro di ieri c’era anche Gasparri, che proprio domani salirà a Trento per un incontro pubblico in Regione con Leonardi e de Eccher: che probabilmente hanno sentito il bisogno di confrontarsi con Verdini e Santanché alla presenza di un dirigente amico. La nota emessa in serata dal gruppo Leonardi-de Eccher parla di «incontro interlocutorio» e nulla più. Altrettanto poco loquace la Biancofiore, che confermando che le parti non si sono avvicinate, con decisione («di mediazione») rinviata a un nuovo appuntamento la prossima settimana (mercoledì o giovedì) si limita a parlare di «confronto sereno», pur ribadendo che la decisione sul candidato presidente per le provinciali verrà presa, come da statuto, dal coordinamento nazionale. Campana fa invece sapere che Verdini e Santanché (soprattutto quest’ultima) si espressa a favore di un partito aperto alla società civile, anche alla luce dei terribili risultati delle comunali di pochi giorni fa.
Sembrerebbe un sostegno alla linea prospettata da Bezzi: quattro liste in suo sostegno, una con simbolo Pdl più una civica del presidente, una terza “territoriale” e una quarta che dovrebbe coinvolgere il Mir di Samorì. Leonardi e de Eccher hanno invece ribadito la propria posizione: che passa per il riconoscimento delle regole interne del partito, a partire dai congressi che hanno legittimato la loro guida del Pdl trentino. E dagli iscritti, hanno detto, dovrebbe passare anche la decisione sul candidato presidente. Sullo sfondo, le manovre romane avviate da numerosi ex An per la possibile costituzione di una “cosa nera”: sirene a cui de Eccher sembra guardare con particolare attenzione. ©RIPRODUZIONE RISERVATA