Pd, Robol messa «sotto processo»
Voci di una mozione di sfiducia. La segretaria nel mirino dopo il caso Miorandi e gli scontri sulla sanità giudicariese
TRENTO. Alta tensione in casa Pd dove ieri per tutta la giornata si sono rincorse voci di una mozione di sfiducia alla segretaria Giulia Robol da parte della minoranza che sostiene Elisa Filippi, uscita vincitrice dalle primarie al congresso ma scalzata dalla segreteria dall'alleanza tra Robol e Vanni Scalfi. La minoranza parla di una segretaria sempre più debole e isolata. A Robol viene rimproverata una gestione poco collegiale del partito e anche una gestione finanziaria poco trasparente: «Una maggioranza autoproclamatasi sta gestendo da sola il Pd, segreteria, presidente e capogruppo in Provincia».
Pesa la vicenda dei sondaggi commissionati sui candidati sindaci di Trento e Rovereto, Andreatta e Miorandi. Proprio nel partito roveretano Robol è accusata di avere gestito male la candidatura Miorandi con una linea altalenante e la segretaria sarebbe in rapporti turbolenti anche con il capogruppo Alessio Manica. I due si sono ritrovati su fronti opposti di fronte alla recente iniziativa dellaiana: il capogruppo favorevole al nuovo asse Pd - Upt ipotizzato dall'ex governatore, la segretaria decisa a difendere il Pd e contraria a nuovi scenari. E anche il rapporto con il vicepresidente della Provincia Alessandro Olivi non sarebbe più così solido.
Ieri in coordinamento Robol avrebbe chiesto di deporre le armi. Ma la minoranza chiede una gestione collegiale in cui si discutano linea politica e decisioni. «Finora gli accordi con Patt e Upt li ha presi lei da sola», commenta un esponente dell'area che fa riferimento a Elisa Filippi. Malumori anche nelle Giudicarie sul caso della riorganizzazione ospedaliera con il taglio del punto nascita proposto dall'assessora Pd Borgonovo Re. Tra i rumors della giornata di ieri anche la proposta di Robol di sostituire il tesoriere del partito.
In serata la mozione di sfiducia sembrava aver perso consistenza. Sfiduciare una segretaria eletta da pochi mesi e nel pieno della discussione sulla finanziaria provinciale pare a molti una mossa troppo azzardata. Ma il pressing resta alto e la tensione interna a livelli di guardia.
Intanto, in una nota dal titolo “La coalizione del centrosinistra autonomista: un valore irrinunciabile”, i segretari politici del Pd, dell'Upt e del Patt parlano dell’incontro avvenuto con il presidente Ugo Rossi, garante politico della coalizione provinciale.
Al centro dell'incontro la strategia legata al bilancio della Provincia per il 2015, che verrà discusso nei prossimi giorni dal consiglio provinciale e sul quale i tre partiti hanno trovato convergenza di intenti. Sul piano più strettamente politico, “è stata ribadita l'importanza di consolidare l'alleanza del centrosinistra autonomista, sia per le importanti intese raggiunte a livello regionale e provinciale, che per la fondamentale azione politica unitaria portata avanti a livello nazionale, sia per la tenuta della coalizione a livello territoriale”. I tre segretari politici hanno condiviso con il presidente Rossi “l'assoluta necessità e la comune volontà di mantenere la coalizione nella sua unitarietà dove esiste e di ricomporla in tutti i centri politicamente significativi”.
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