Pacher chiede tutta la documentazione

«Voglio anche il materiale rimasto in Sudamerica. Fare presto per il bene della Onlus». Il direttore Lanfranchi: «Su di noi fango»



TRENTO. Sono severe le contestazioni mosse dalla Corte dei conti alla Provincia e alla Trentini nel mondo sulla gestione dei progetti di solidarietà internazionale in Sudamerica. Piazza Dante e l’associazione che riunisce i circoli di emigrati all’estero non avrebbero rispettato i previsti criteri di rigida rendicontazione delle spese sostenute all’estero sino ad ammettere a rimborso anche mere autocertificazioni di spesa. Tra i rilievi mossi, anche il fatto che i progetti sarebbero stati rinnovati per più anni senza adeguati controlli preventivi sullo stato di avanzamento e sulla sostenibilità delle iniziative finanziate o delle spese sostenute fino a quel momento.

Al termine di un’attività investigativa durata quasi due anni, la Guardia di finanza di Trento contesta all’ente pubblico e alla Onlus un danno erariale di quasi 5 milioni di euro, segnalando tre dirigenti e tre funzionari del Servizio provinciale per l’Emigrazione e la Solidarietà internazionale, oltre all’ ex assessore Iva Berasi, i due presidenti pro-tempore dell’associazione Ferruccio Pisoni (ex) e Alberto Tafner ed un responsabile dei progetti all’estero.

Nel corso dell’indagine, il nucleo di polizia tributaria di Trento ha rilevato una serie di presunte irregolarità contabili relative all’erogazione dei fondi per la realizzazione, tra il 2004 ed il 2009 in Sud America, principalmente in Argentina e Brasile, di circa 20 progetti di solidarietà internazionale in una decine di macro aree di intervento.

Sotto la lente degli investigatori sono finiti progetti di ogni tipo, dalla viticoltura in Brasile agli interventi di formazione in Paraguay, dall’edilizia abitativa in Uruguay all’assistenza domiciliare in Argentina nonché sussidi ed assegni di studio e le stesse retribuzioni del personale dell’associazione. Sposando completamente la tesi sostenuta dalla Guardia di finanza di Trento, in 150 pagine di “invito a dedurre”, la Corte dei Conti ha invitato l’ex assessore ed i dirigenti provinciali del tempo nonché i vertici e responsabili dell’associazione a presentare entro 45 giorni memorie e tesi difensive.

Il presidente della giunta provinciale Alberto Pacher, che ha “ereditato” di recente anche le competenze in materia di cooperazione, ha chiesto all’attuale dirigente del dipartimento Bettotti (estraneo ai fatti dell’epoca) un quadro sulla vicenda: «Abbiamo deciso di acquisire tutta la documentazione sui vari interventi: voglio vedere il materiale perché non ho seguito in precedenza la materia e si parla di vicende che vanno indietro negli anni. Ho sentito per questo il presidente della Trentini nel mondo perché ci procuri anche i documenti rimasti in loco, all’estero. L’obiettivo è di avere un quadro assolutamente analitico e dettagliato in modo tale da chiarire la situazione. É interesse generale che si agisca nel più breve tempo possibile, affinché non si creino ombre sull’attività dell’associazione, che è molto importante per il ruolo che svolge nel tenere insieme l’identità trentina. Dopo starà agli interessati fornire le proprie controdeduzioni. Il tempo per avere tutto? Ci vorranno giorni, non di più: occorre grande rapidità». Domani lo stesso Bettotti riferirà in giunta.

Intanto, dopo la pubblicazione sul giornale di ieri della notizia, il sodalizio fa quadrato: «Abbiamo ricevuto tanti messaggi di solidarietà, sms, email, molte persone sono passate e si sono interessate», dice il direttore Anna Lanfranchi. «La nostra è una posizione unanimemente amareggiata per il danno di immagine causato ad una realtà che ha fatto molto e ancora potrà farlo, ma anche una posizione di grande unità. Queste “bufere” ci portano molti passi indietro. È un danno non da poco: si fa molto prima ad infangare qualcuno che non a lodarlo».

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