Orsi e lupi, a rischio l’attività di alpeggio

Gli allevatori sul piede di guerra: «La Provincia deve scegliere da che parte vuole stare, come hanno fatto a Bolzano»


di Andrea Selva


TRENTO. Parte dalle valli di Fiemme e Fassa la protesta degli allevatori contro l’orso e soprattutto il lupo. Doveva essere una riunione tra addetti ai lavori, con allevatori, pastori e sindaci della zona, ma alla fine giovedì mattina alle 9 e 30 a Predazzo si sono trovate un centinaio di persone e la situazione è emersa chiaramente: «Abbiamo margini ridottissimi, sempre più spesso quando saliamo in quota abbiamo il cuore in gola, chi ce lo fa fare?». Con il presidente degli allevatori trentini (e della Federcoop) Mauro Fezzi, invitato all’incontro, che conferma: «Qui è a rischio il sistema dell’alpeggio, con conseguenze pesanti per il territorio trentino. Non tanto per l’orso, i cui danni sono tutto sommato limitati per le attività degli allevatori quanto per il problema del lupo che non è controllabile e rappresenta una grossa incognita per chi ha bestiame in quota». E i recenti? «Non sarà in questo modo che si risolverà il problema - spiega Fezzi - non so quale possa essere la soluzione, ma è chiaro che questa situazione va affrontata, esattamente come sta facendo la Provincia autonoma di Bolzano nell’interesse dei propri allevatori».

A tirare le fila dell’incontro - assieme alla sindaca di Predazzo, Maria Bosin - c’era il presidente della Comunità della valle di Fiemme, Giovanni Zanon, che il problema del lupo lo conosce bene visto che esattamente un anno fa era salito in quota per dare una mano al nipote pastore a recuperare decine di ovini sbranati dal lupo poco a monte di passo Valles, ai confini del parco naturale delle Pale di San Martino verso il Bellunese: «Ora dovremo produrre un documento - ha detto - per fare il punto della situazione. Nel corso dell’incontro è emersa chiaramente la rabbia degli allevatori che si sentono soli ad affrontare questa situazione. Un problema che non è solo dei pastori, ma anche degli allevatori di bovini come abbiamo visto quest’estate in valle di Fassa».

All’incontro di Predazzo erano presenti anche allevatori provenienti dai Monti Lessini che hanno spiegato come a destare preoccupazione ci siano anche i “lupi ibridi”, frutto di incroci con cani selvatici, che presentano l’aggressività del lupo ma anche una certa confidenza con l’uomo che consente loro di avvicinarsi ai centri abitati e al bestiame senza particolare timore.

Nelle prossime settimane gli allevatori avranno un incontro con personale provinciale della forestale che darà istruzioni su come proteggersi, ma non finirà qui: «La Provincia deve decidere da che parte stare» hanno detto, mettendo sul piatto l’abbandono della montagna.

©RIPRODUZIONE RISERVATA













Scuola & Ricerca

In primo piano