Orsi, arriva il bearwatching in Trentino
Il Servizio fauna allestirà tre o quattro punti di osservazione dei plantigradi in val di Sporeggio e val d’Ambiez
TRENTO. Ai giornalisti spetta una grande responsabilità nel racconto delle vicende legate alla presenza degli orsi e dei grandi carnivori. Lo hanno ricordato ieri nel corso della “Giornata orsi 2016” i responsabili del Servizio Foreste Fauna, del Parco naturale Adamello Brenta e una referente dell’Apt di valle, che hanno accolto un gruppo di giornalisti a Villa Santi, sopra Preore. La giornata ha avuto inizio con i contributi del biologo Andrea Mustoni, responsabile dell’Ufficio faunistico del Parco, di Claudio Groff, del Servizio foreste e fauna, che cura la comunicazione sui carnivori e di Alberta Voltolini, responsabile comunicazione dell’Apt Campiglio Pinzolo Rendena. È intervenuto anche il guardaparco Michele Zeni. Accanto a informazioni, precisazioni, riflessioni ampie su conflitti e preoccupazioni recenti, in relazione a falsi attacchi e vere aggressioni fisiche, i relatori hanno esplorato con particolare attenzione il tema “comunicazione”, sia per i residenti che per i turisti e gli operatori turistici. Groff ha ricordato che «da due anni è stato attivato un opportuno Tavolo per la comunicazione. Di sicuro dobbiamo fare ancora di più». Alberta Voltolini ha evidenziato come a seguito delle vicende di Daniza non si riscontri alcun calo di turisti in val Rendena e che coloro che chiedono informazioni sono soprattutto interessati a capire. Agli operatori turistici sono stati forniti diversi materiali informativi. Andrea Mustoni ha evidenziato la necessità di formare particolarmente gli operatori stagionali del Parco nelle strutture e nelle valli, trattandosi di figure importanti nel dialogo con i turisti. Mustoni e Groff hanno ricordato che da una parte i numeri dimostrano che i circa 50 orsi presenti in Trentino non sono generalmente pericolosi ma che è importante che sia chiaro che gli orsi, seppure molto raramente, possono essere un reale pericolo e che è essenziale che residenti e frequentatori dei boschi siano preparati a leggere i comportamenti dell’orso, per non fraintendere (scambiando per aggressione una semplice curiosità, per esempio) e per non commettere errori che creano situazioni critiche, come avvicinarsi ai cuccioli. «Voi giornalisti avete un ruolo essenziale per creare una cultura dell’orso» hanno ammonito tutti. Anche i rappresentanti della Sat presenti, Bepi Pinter e Anna Sustersic, hanno chiesto sobrietà e base scientifica nell’affrontare la cronaca. La sintesi è nelle parole di Mustoni: «L’orso è importante nell’ecosistema alpino. Per conservarlo crediamo che valga la pena prestare attenzione e cambiare di poco i nostri modi di vivere la montagna».