Novaledo, cogenerazione via libera dalla Provincia

I tecnici non ritengono l’impianto della Menz&Gasser pericoloso per l’ambiente L’azienda alimentare produrrà energia utilizzando “biomassa solida vegetale”


di Marika Caumo


NOVALEDO. Un impianto di cogenerazione a biomassa. Da tempo se ne parla in Comunità di valle e tra i promotori della filiera del legno, ma per il momento si è ancora nella fase interlocutoria. Chi invece ha un progetto in mano e potrà realizzarlo è la Menz&Gasser.

Lo scorso 30 dicembre, infatti, Matthias Gasser, titolare dell'azienda agroalimentare e legale rappresentante della Novaledo Energia srl, ha depositato la domanda di verifica di assoggettabilità a procedura di valutazione dell’impatto ambientale per il progetto “Impianto di cogenerazione a biomassa solida vegetale”. A conclusione del procedimento l’Ufficio valutazioni ambientali nei giorni scorsi ha ritenuto che l’intervento proposto non presenti impatti significativi tali da avere notevoli ripercussioni sull’ambiente, stabilendo di non sottoporlo alla procedura di Via, subordinatamente al rispetto di alcune prescrizioni.

Attualmente la Menz&Gasser utilizza, per la produzione di energia termica necessaria ai cicli produttivi del proprio stabilimento, 3 caldaie a metano che producono circa 4-6 tonnellate di vapore a 10 bar, oltre a cogeneratori a metano e biogas da 800 kW che producono 1.100 kWt suddivisa tra acqua calda e vapore. L'azienda ora intende ampliarsi (il progetto è in fase autorizzativa), aumentando produzione, turni di lavoro e le zone dedicate allo stoccaggio ed al confezionamento. Va da se che anche i consumi termici ed elettrici sono destinati ad aumentare significativamente. Per questo si è pensato all'installazione di un impianto cogenerativo alimentato a fonte rinnovabile, che permetterà di dismettere l'uso delle caldaie attuali alimentate a gas metano. Un impianto ad uso esclusivo dello stabilimento che da progetto produrrà congiuntamente 999 kW/h di energia elettrica ed energia termica in continuo sotto forma di vapore a 10 bar e 180° per una quantità variabile a seconda del ciclo tra le 3 e le 4 tonnellate/ora. La camera di combustione ha una potenza termica massima introdotta con il combustibile di 8.000 kWt.

Per il funzionamento della caldaia sarà necessario un approvvigionamento annuo pari a circa 18.000 tonnellate di biomassa vegetale che sarà costituita in parte da cippato, potature, paglie e sottoprodotti agricoli, forniti da segherie e attività locali, ed in parte da coltivazioni dedicate (Herbal Crops® un ibrido selezionato di sorgo).

L’impianto, che sarà realizzato sul lato nord-est dello stabilimento, è articolato su vari volumi (silo di stoccaggio, linea di combustione, depurazione fumi e gruppo di generazione elettrica) ed è provvisto di un deposito coperto per la biomassa. Si caratterizza per la notevole dimensione e l'altezza: raggiungerà i 20 metri in corrispondenza della ciminiera per l'espulsione dei fumi.

Nel corso dell’istruttoria sono emerse osservazioni su accessi all’impianto in relazione al futuro ampliamento dell’intero stabilimento, l’impatto da emissioni in atmosfera, l’impatto acustico e valutazioni sul bilancio energetico, ambientale ed economico legato anche al passaggio dal metano alla biomassa, tenuto conto della sua effettiva reperibilità, ai possibili siti di approvvigionamento e di quanto indicato dal Piano energetico ambientale provinciale.

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